Peacock, la barriera che fa la ruota, by Emanuele Martera
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Distanziare. Circoscrivere. Delimitare. Le riaperture dei “pubblici esercizi” portano con sé una nuova sintassi dello spazio. Interno ed esterno. Fisico e mentale. C’è chi, rinnegando il plexiglass, adotta la segnaletica, chi preferisce divisori green e chi si inventa nuove soluzioni. È il caso del geniale designer spezzino Emanuele Martera - art director di Tub Design - che presenta il suo Peacock, un vanitoso (e bellissimo) pavone che fa la ruota. Fungendo da barriera modulabile, amovibile e iper leggera. Da aprire e da richiudere. Occupando pochissimo spazio e rimodulando gli spazi: dell’ufficio o della palestra, di un salotto d’hotel o di una sala ristorante, di una terrazza o di un dehors, e persino di una beach. Un sipario artigianale, utile e funzionale, in tessuto tecnico sanificabile. Disponibile in versione neutra, impreziosita da serigrafie, oppure dipinta a mano (in limited edition). Da appoggiare a un muro, o da posizionare al centro della sala. Visto che misura 160 x 160 centimetri, affiancabili. Per far la ruota completa. “Tutto è partito dall’idea del ventaglio. E ne è nato un oggetto giocoso e divertente. Che ha pure un suo lato sociale e solidale. Visto che la struttura portante è realizzata dai detenuti del carcere di La Spezia”, racconta Emanuele.
Il box del fortemarmino Pesce Baracca, disegnato da Emanuele Martera
Intanto? Disegna pure il “Survival Kit” per il Pesce Baracca di Forte dei Marmi. “In realtà era stato progettato già prima. Seguendo più l’idea romantica di portarsi il pesce in spiaggia. Adesso invece è diventata un’esigenza. E poi è un box colorato e gioioso. C’è bisogno di sorrisi e di allegria per affrontare ogni situazione. Del resto, quando il gioco si fa duro, bisogna tirar fuori la creatività”, commenta orgoglioso Martera.
Il fortemarmino Bagno Marechiaro
Lo chef Cristiano Tomei
Il "privé" del ristorante del Bagno Marechiaro, a Forte dei Marmi
E proprio sulla sabbia fortemarmina sbarca pure Cristiano Tomei, capitano de L’Imbuto di Lucca. Che, insieme al suo team, per tutta l’estate 2020, firma i piatti del ristorante del Bagno Marechiaro - per capirci: quello del film Sapore di Mare, accanto alla celeberrima Capannina di Franceschi -, la cui gestione è stata affidata a Blu Hotels. “Il Bagno Marechiaro è per noi un’assoluta novità, in quanto è il primo stabilimento balneare che entra a far parte del nostro Gruppo ed è per tutti noi un motivo di grande stimolo e di arricchimento”, dichiara il presidente Nicola Risatti. Mentre Cristiano aggiunge: “Ritorno in riva al mare portato da un vento di tradizione che non ho mai abbandonato, per regalare agli ospiti del ristorante del Bagno Marechiaro una cucina di naturale qualità. La mia squadra vi aspetta per coccolarvi in una location dal sapore marino”. Per un lusso sussurrato.
Il bistellato Piccolo Lago, a Mergozzo, Verbania
Lo chef Marco Sacco
Il bel giardino del ristorante Piccolo Lago
Sì, anche i ristoratori traslocano in nuovi spazi e ridefiniscono i loro spazi. Giardini lacustri e urbani inclusi. Così Marco Sacco riapre le porte di quella luminosissima “palafitta” che è il Piccolo Lago (di Mergozzo, a Verbania), proponendo due tasting menu, che ingranano una nuova marcia, oppure mettono la retro: “Un Sacco innovativo: i piatti avanti” e “Assaggiate la storia: i piatti indietro". Ma non trascura certo il placido garden pieds dans l’eau. Dove poter trascorrere tutta la giornata en plein air (a partire dalle 10 del mattino), scegliendo fra cinque box-bistrot: quattro salati e uno dolce.
Cenando nella bioserra di Piano35, a Torino
Simone Sacco alla regia del Lounge Bar Piano35
Verde, verde, verde. Anche al Piano35, sulla sommità del grattacielo Intesa San Paolo di Torino. Dove la serra bioclimatica - progettata da Renzo Piano (come tutto il verticalissimo building) - è pronta a ospitare molti tavoli. Regalando ai commensali un habitat sostenibile e una vista spettacolare sulla city sabauda. “Al Piano35 abbiamo pensato a tre percorsi: In Piemonte, un mio omaggio alla grande tradizione culinaria torinese; Giro d’Italia, in cui a farla da padrone sarà la materia prima del Bel Paese; per arrivare infine al menu Piccolo Lago a Torino con i classici stellati del ristorante di Verbania, dal Lingotto del Mergozzo al Flan di Bettelmatt, sino alla Carbonara au Koque”, spiega Marco. Mentre il figlio Simone sta alla miscelazione del lounge bar, alle prese con “I soliti classici” e “Gli insoliti”, corredati da un dinamico “Street Food sopra Torino”.
Il giardino di Motelombroso, lungo il milanese Naviglio Pavese
Come in un giardino pensile nella Green House di Motelombroso
E lo stesso fanno Alessandra Straccamore e Matteo Mazza, proprietari della casa cantoniera - al civico 256 - sul Naviglio Pavese di Milano. Una casa rosa, sublimata nel ristorante Motelombroso. Che trasforma il suo giardino in un vero e proprio salotto: sotto gli alberi da frutto o all’ombra del bambuseto. Per sorseggiare un calice di vino, assaggiare i maritozzi salati (della Pasticceria Dolcemascolo di Frosinone) o provare il new menu - decisamente esilarante - dello chef Andrea Zazzara. Rimodulazione di frequenza anche per la Green House, il cuore della location, che tradisce i tavoli in marmo per credere in una table imperiale “specchiata”. Giusto a riprodurre la grande parete a specchi del garden. E a far da divisori? Le installazioni kokedama oriented by Koi Koi, nota griffe di green design. Mentre, dal 16 giugno, le opere di Giorgio Galotti dialogheranno con l’architettura del luogo incarnandosi nella mostra Atomi.
Federico Beretta e il suo Feel Como alle Serre di Villa del Grumello
E poi c’è chi conquista nuove frontiere. È il caso del Feel Como, l’insegna guidata dalla manager e sommelier Elisa Forlanelli e dallo chef Federico Beretta - uno dei Jeunes Restaurateurs e pure uno Chic - Charming Italian Chef. Che da giugno, e per tutta l’estate, si trasferiscono nelle Serre di Villa del Grumello, buen retiro sulla sponda occidentale del Lario. Una veranda colma di luce e di bellezza, tuffata nei giardini dell’affascinante dimora. Dove assaporare la feel-osophy di Federico, che fa focus sull'habitat lacustre e alpino. Non dimenticando di andar nel bosco e di onorare l’aperitivo… a piedi liberi nel parco.
Viviana Varese con la sorella Antonella e lo chef Fabio Mazzolini
Il risotto "La Rinascita" by Viviana Varese
Invece, Viviana Varese va in terrazza, a Manerba del Garda, nel Bresciano. In attesa di aprire, a metà giugno, il suo VIVA milanese. Voilà VIVA la Terrazza (sul lago), osteria contemporanea in declinazione temporary, che gode del sodalizio con lo chef Fabio Mazzolini e con Antonella (sister di Viviana), già alle redini di Dalie e Fagioli. Una terrazza democratica, perfetta per stuzzicare a ritmo di cicchetti, ma anche per sperimentare i grandi cult della chef stellata. Fra le proposte? “La Rinascita”, risotto cacio e 7 pepi con limone sfusato amalfitano fermentato; “C’era una volta”, pizza fritta con mozzarella di bufala confit e bavarese di pomodoro; “Insuperabile”, superspaghettino con brodo di pesce affumicato, calamari, vongole e polvere di tarallo; e “Hai mangiato a nonna?”, ziti napoletani con ragù alla genovese, fonduta di pecorino, maggiorana e limone. Fra ironia e maestria.
Lo chef Giancarlo Perbellini
Nuovi spazi anche per Giancarlo Perbellini. Che apre una parentesi nel cuore di Verona, in quella trattoria moderna che è e sarà (ufficialmente da settembre) il Venti & Trenta. Così, da giugno a fine agosto, nel bel dehors della “futura” insegna (ma vi sono anche una dozzina di coperti all’interno), prende forma il Giancarlo Perbellini Pop Up, atto estivo dello chef bistellato. Un luogo dinamico e contemporaneo, dove assaggiare la “Milanese cotta e cruda” (una ricetta rigorosamente brevettata), nonché tre menu (in formato small, medium e large), pronti a variare tutti i giorni. Per pietanze che non vanno mai in replica. A corredo? Champagne Ruinart e ottimi cocktail, messi a punto dalla maître di sala (di Casa Perbellini, che riaprirà a settembre) Barbara Manoni. Una drink list di eccellenza, messa a punto anche grazie al tandem con Spaccio Spiriti Alimenti & Diversi di Senigallia. Ma non finisce qui. Giancarlo sta anche per sbarcare in Sicilia con la sua Locanda Perbellini al mare. Anzi, praticamente in spiaggia. A Bovo Marina, Montallegro, Agrigento. All’interno del resort Luna Minoica e vicino alla Riserva Naturale Orientata Torre Salsa.
Friedrich Schmuck approda al Varco Venti3
È invece vicino agli scogli della Riserva Marina del Plemmirio che Friedrich Schmuck, dominus del Piano B di Siracusa, presenta il suo piano c. Al Varco Venti3 - Lido del Plemmirio. “Lì c’è un mare incredibile. Perché è una zona ancora selvaggia, fuori dai flussi turistici. Un luogo esclusivo, con tanto di prato, ombrelloni e tanto spazio. Non sarà difficile rispettare le distanze. Porterò le mie pizze. Inizialmente con due impasti. Ci sarà la pizza classica tonda col cornicione pronunciato, e quella sottile e croccante. Alla romana, quella che più mi rappresenta. Tra l’altro preparata con Petra Evolutiva. Ricordo ancora da piccolo le pizze mangiate in macchina, con mio padre al volante, imbottigliati nel traffico di Roma. Ecco, qui vedranno il mare. Ma poi aggiusteremo il tiro, man mano. Anche il mio padellino sarebbe perfetto, magari per l’aperitivo”, annuncia felice Friedi. Che attende tutti al “varco”.
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Peacock, la barriera che fa la ruota, by Emanuele Martera
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Distanziare. Circoscrivere. Delimitare. Le riaperture dei “pubblici esercizi” portano con sé una nuova sintassi dello spazio. Interno ed esterno. Fisico e mentale. C’è chi, rinnegando il plexiglass, adotta la segnaletica, chi preferisce divisori green e chi si inventa nuove soluzioni. È il caso del geniale designer spezzino Emanuele Martera - art director di Tub Design - che presenta il suo Peacock, un vanitoso (e bellissimo) pavone che fa la ruota. Fungendo da barriera modulabile, amovibile e iper leggera. Da aprire e da richiudere. Occupando pochissimo spazio e rimodulando gli spazi: dell’ufficio o della palestra, di un salotto d’hotel o di una sala ristorante, di una terrazza o di un dehors, e persino di una beach. Un sipario artigianale, utile e funzionale, in tessuto tecnico sanificabile. Disponibile in versione neutra, impreziosita da serigrafie, oppure dipinta a mano (in limited edition). Da appoggiare a un muro, o da posizionare al centro della sala. Visto che misura 160 x 160 centimetri, affiancabili. Per far la ruota completa. “Tutto è partito dall’idea del ventaglio. E ne è nato un oggetto giocoso e divertente. Che ha pure un suo lato sociale e solidale. Visto che la struttura portante è realizzata dai detenuti del carcere di La Spezia”, racconta Emanuele.
Il box del fortemarmino Pesce Baracca, disegnato da Emanuele Martera
Intanto? Disegna pure il “Survival Kit” per il Pesce Baracca di Forte dei Marmi. “In realtà era stato progettato già prima. Seguendo più l’idea romantica di portarsi il pesce in spiaggia. Adesso invece è diventata un’esigenza. E poi è un box colorato e gioioso. C’è bisogno di sorrisi e di allegria per affrontare ogni situazione. Del resto, quando il gioco si fa duro, bisogna tirar fuori la creatività”, commenta orgoglioso Martera.
Il fortemarmino Bagno Marechiaro
Lo chef Cristiano Tomei
Il "privé" del ristorante del Bagno Marechiaro, a Forte dei Marmi
E proprio sulla sabbia fortemarmina sbarca pure Cristiano Tomei, capitano de L’Imbuto di Lucca. Che, insieme al suo team, per tutta l’estate 2020, firma i piatti del ristorante del Bagno Marechiaro - per capirci: quello del film Sapore di Mare, accanto alla celeberrima Capannina di Franceschi -, la cui gestione è stata affidata a Blu Hotels. “Il Bagno Marechiaro è per noi un’assoluta novità, in quanto è il primo stabilimento balneare che entra a far parte del nostro Gruppo ed è per tutti noi un motivo di grande stimolo e di arricchimento”, dichiara il presidente Nicola Risatti. Mentre Cristiano aggiunge: “Ritorno in riva al mare portato da un vento di tradizione che non ho mai abbandonato, per regalare agli ospiti del ristorante del Bagno Marechiaro una cucina di naturale qualità. La mia squadra vi aspetta per coccolarvi in una location dal sapore marino”. Per un lusso sussurrato.
Il bistellato Piccolo Lago, a Mergozzo, Verbania
Lo chef Marco Sacco
Il bel giardino del ristorante Piccolo Lago
Sì, anche i ristoratori traslocano in nuovi spazi e ridefiniscono i loro spazi. Giardini lacustri e urbani inclusi. Così Marco Sacco riapre le porte di quella luminosissima “palafitta” che è il Piccolo Lago (di Mergozzo, a Verbania), proponendo due tasting menu, che ingranano una nuova marcia, oppure mettono la retro: “Un Sacco innovativo: i piatti avanti” e “Assaggiate la storia: i piatti indietro". Ma non trascura certo il placido garden pieds dans l’eau. Dove poter trascorrere tutta la giornata en plein air (a partire dalle 10 del mattino), scegliendo fra cinque box-bistrot: quattro salati e uno dolce.
Cenando nella bioserra di Piano35, a Torino
Simone Sacco alla regia del Lounge Bar Piano35
Verde, verde, verde. Anche al Piano35, sulla sommità del grattacielo Intesa San Paolo di Torino. Dove la serra bioclimatica - progettata da Renzo Piano (come tutto il verticalissimo building) - è pronta a ospitare molti tavoli. Regalando ai commensali un habitat sostenibile e una vista spettacolare sulla city sabauda. “Al Piano35 abbiamo pensato a tre percorsi: In Piemonte, un mio omaggio alla grande tradizione culinaria torinese; Giro d’Italia, in cui a farla da padrone sarà la materia prima del Bel Paese; per arrivare infine al menu Piccolo Lago a Torino con i classici stellati del ristorante di Verbania, dal Lingotto del Mergozzo al Flan di Bettelmatt, sino alla Carbonara au Koque”, spiega Marco. Mentre il figlio Simone sta alla miscelazione del lounge bar, alle prese con “I soliti classici” e “Gli insoliti”, corredati da un dinamico “Street Food sopra Torino”.
Il giardino di Motelombroso, lungo il milanese Naviglio Pavese
Come in un giardino pensile nella Green House di Motelombroso
E lo stesso fanno Alessandra Straccamore e Matteo Mazza, proprietari della casa cantoniera - al civico 256 - sul Naviglio Pavese di Milano. Una casa rosa, sublimata nel ristorante Motelombroso. Che trasforma il suo giardino in un vero e proprio salotto: sotto gli alberi da frutto o all’ombra del bambuseto. Per sorseggiare un calice di vino, assaggiare i maritozzi salati (della Pasticceria Dolcemascolo di Frosinone) o provare il new menu - decisamente esilarante - dello chef Andrea Zazzara. Rimodulazione di frequenza anche per la Green House, il cuore della location, che tradisce i tavoli in marmo per credere in una table imperiale “specchiata”. Giusto a riprodurre la grande parete a specchi del garden. E a far da divisori? Le installazioni kokedama oriented by Koi Koi, nota griffe di green design. Mentre, dal 16 giugno, le opere di Giorgio Galotti dialogheranno con l’architettura del luogo incarnandosi nella mostra Atomi.
Federico Beretta e il suo Feel Como alle Serre di Villa del Grumello
E poi c’è chi conquista nuove frontiere. È il caso del Feel Como, l’insegna guidata dalla manager e sommelier Elisa Forlanelli e dallo chef Federico Beretta - uno dei Jeunes Restaurateurs e pure uno Chic - Charming Italian Chef. Che da giugno, e per tutta l’estate, si trasferiscono nelle Serre di Villa del Grumello, buen retiro sulla sponda occidentale del Lario. Una veranda colma di luce e di bellezza, tuffata nei giardini dell’affascinante dimora. Dove assaporare la feel-osophy di Federico, che fa focus sull'habitat lacustre e alpino. Non dimenticando di andar nel bosco e di onorare l’aperitivo… a piedi liberi nel parco.
Viviana Varese con la sorella Antonella e lo chef Fabio Mazzolini
Il risotto "La Rinascita" by Viviana Varese
Invece, Viviana Varese va in terrazza, a Manerba del Garda, nel Bresciano. In attesa di aprire, a metà giugno, il suo VIVA milanese. Voilà VIVA la Terrazza (sul lago), osteria contemporanea in declinazione temporary, che gode del sodalizio con lo chef Fabio Mazzolini e con Antonella (sister di Viviana), già alle redini di Dalie e Fagioli. Una terrazza democratica, perfetta per stuzzicare a ritmo di cicchetti, ma anche per sperimentare i grandi cult della chef stellata. Fra le proposte? “La Rinascita”, risotto cacio e 7 pepi con limone sfusato amalfitano fermentato; “C’era una volta”, pizza fritta con mozzarella di bufala confit e bavarese di pomodoro; “Insuperabile”, superspaghettino con brodo di pesce affumicato, calamari, vongole e polvere di tarallo; e “Hai mangiato a nonna?”, ziti napoletani con ragù alla genovese, fonduta di pecorino, maggiorana e limone. Fra ironia e maestria.
Lo chef Giancarlo Perbellini
Nuovi spazi anche per Giancarlo Perbellini. Che apre una parentesi nel cuore di Verona, in quella trattoria moderna che è e sarà (ufficialmente da settembre) il Venti & Trenta. Così, da giugno a fine agosto, nel bel dehors della “futura” insegna (ma vi sono anche una dozzina di coperti all’interno), prende forma il Giancarlo Perbellini Pop Up, atto estivo dello chef bistellato. Un luogo dinamico e contemporaneo, dove assaggiare la “Milanese cotta e cruda” (una ricetta rigorosamente brevettata), nonché tre menu (in formato small, medium e large), pronti a variare tutti i giorni. Per pietanze che non vanno mai in replica. A corredo? Champagne Ruinart e ottimi cocktail, messi a punto dalla maître di sala (di Casa Perbellini, che riaprirà a settembre) Barbara Manoni. Una drink list di eccellenza, messa a punto anche grazie al tandem con Spaccio Spiriti Alimenti & Diversi di Senigallia. Ma non finisce qui. Giancarlo sta anche per sbarcare in Sicilia con la sua Locanda Perbellini al mare. Anzi, praticamente in spiaggia. A Bovo Marina, Montallegro, Agrigento. All’interno del resort Luna Minoica e vicino alla Riserva Naturale Orientata Torre Salsa.
Friedrich Schmuck approda al Varco Venti3
È invece vicino agli scogli della Riserva Marina del Plemmirio che Friedrich Schmuck, dominus del Piano B di Siracusa, presenta il suo piano c. Al Varco Venti3 - Lido del Plemmirio. “Lì c’è un mare incredibile. Perché è una zona ancora selvaggia, fuori dai flussi turistici. Un luogo esclusivo, con tanto di prato, ombrelloni e tanto spazio. Non sarà difficile rispettare le distanze. Porterò le mie pizze. Inizialmente con due impasti. Ci sarà la pizza classica tonda col cornicione pronunciato, e quella sottile e croccante. Alla romana, quella che più mi rappresenta. Tra l’altro preparata con Petra Evolutiva. Ricordo ancora da piccolo le pizze mangiate in macchina, con mio padre al volante, imbottigliati nel traffico di Roma. Ecco, qui vedranno il mare. Ma poi aggiusteremo il tiro, man mano. Anche il mio padellino sarebbe perfetto, magari per l’aperitivo”, annuncia felice Friedi. Che attende tutti al “varco”.
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