“Settembre, andiamo. È tempo di migrare”… in Abruzzo, aggiungeremmo noi all’incipit tutto dannunziano della lirica I Pastori, tratta dalla raccolta Alcyone. E il motivo è presto detto. Dopo la pausa agostana riprendono gli appuntamenti di una manifestazione che, già alla sua prima edizione, ha saputo puntare l’attenzione sull’inscindibile connessione fra agricoltura e cucina: Farmer - dalla terra alla padella. Mission? Creare una dinamica relazione fa chi le materie prime le produce e chi le interpreta con saggia creatività. Per un costruttivo incontro-confronto fra cuochi e contadini. In un luogo denso di significato: la teatina Vineria Ciavolich di Miglianico, conviviale quartier generale dell’omonima maison. O meglio, le conversazioni avvengono nelle suggestive e silenti grotte della cantina del 1853, fra antiche botti di affinamento del vino; mentre le cene prendono vita al piano superiore, dove in passato si pigiava l’uva e ora si fa ristorazione di qualità.
“Per una volta i riflettori non saranno puntati solo sugli chef, ma su agricoltori, allevatori e prodotti di eccellenza”, dichiara Chiara Ciavolich. “Fino a qualche tempo fa tutti eravamo concentrati sulla spettacolarizzazione della cucina, ma adesso è il nostro territorio ad aver bisogno di contenuti”, ribadisce Francesco Cinapri, dell’agenzia di comunicazione Circle Studio, nonché ideatore della kermesse. Che ha già conosciuto tre tappe e che è pronta ad annunciarne altrettante: il 25 settembre con lo stellato Nicola Fossaceca del ristorante Al Metrò di San Salvo Marina, in provincia di Chieti; il 16 ottobre con Mattia Spadone de La Bandiera stellata di Civitella Casanova, nel Pescarese; e il 6 novembre con Marzia Buzzanca dei Percorsi di Gusto dell’Aquila.
Pronti a sposare la sapienza di una serie di produttori saldamente legati alle loro radici. Come i fratelli Del Proposto, che in quel di Loreto Aprutino crescono animali da cortile e danno vita a ricotte e a formaggi da latte di pecora di straordinaria bontà. E come anche l’azienda agricola Martinelli di Farindola che, nonostante gli ingenti danni subiti lo scorso inverno, continua nell’appassionata realizzazione del celebre pecorino locale. Che elegge a protagonista il caglio di maiale. Per una delizia casearia davvero originale: messa a stagionare in madie di legno e massaggiata con una miscela di olio extravergine e aceto. Senza dimenticare le Forme d’Autore di Antonello Egizi, che ricerca, seleziona e affina formaggi (di bufala, capra, mucca e pecora) in quel di Balsorano, nell’Aquilano. Dando il suo immancabile tocco d’artista.
Insomma, creare un circolo virtuoso tra chef e farmer. Coinvolgendo tutte e quattro le province abruzzesi. Per un iter vagante dal mare alla montagna, passando per la campagna. Tant’è che la cena di debutto ha messo sulla ribalta Arcangelo Tinari di Villa Maiella (a Guardiagrele) e il piccione by Ettore Camera di Villa Giulia (a Tocco da Casauria). Mentre il secondo appuntamento ha eletto ad attore il Teramano, incarnato nelle prelibatezze dello chef Gianni Dezio del ristorante Tosto di Atri, nelle nere oche di Francesco Cirelli de La Collina Biologica e nei caprini della Fattoria Gioia di Maurizio Natilii e Maria José Moraza, a Cellino Attanasio. Cosa volere di più? Il farro, il grano solina, il mais, i ceci e i fagioli tondini delle Terre del Tirino di Alfonso D’Alfonso. Riletti genialmente da Cinzia Mancini della Bottega Culinaria Biologica di San Vito Chietino.
Nella terza serata della rassegna.
E i vini? Come potrebbero mancare. Griffati Ciavolich, naturalmente. Fra i quali spicca lo spumante brut Donna Ernestina, dedicato alla bisnonna di Chiara: una passerina declinata in setose e carismatiche bollicine. Ma pure Aries, pecorino sapido e minerale; Antrum, ruspante ed elegante espressione del montepulciano d’Abruzzo; e Divus, l’etichetta vessillo della cantina, aristocratico e autorevole Montepulciano d’Abruzzo doc che porta impresso il volto dell’imperatore Diocleziano. Mentre col dessert arriva un Moscato Passito dai sentori di frutta candita e miele. Vini dalla forte cifra stilistica. Come quella che identifica pure la Masseria Ciavolich, a Loreto Aprutino, in contrada Salmacina: qualche camera, vista sui vigneti e massima ospitalità. Inclusa una colazione superlativa, con bocconotti, ferratelle e scrucchiata, la tipica confettura d’uva… che fa crunch.
Le conversazioni alla Vineria Ciavolich di Miglianico hanno inizio alle ore 20, per poi proseguire con la cena. Il costo: 60 euro, tutto compreso.
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