“La teglia la condiamo con pesto, pinoli, patate, bietole o fagiolini, nel segno del pesto accomodato. Oppure con olive taggiasche, acciughe levantine, origano fresco e limone. Che può finire pure sul padellino, insieme a polvere di caffè e a formaggi come il fiordilatte, la ricotta, il Blu del Monviso e la provola di bufala. Infine, la tonda è pronta ad incontrare i pomodori e gli ortaggi della mia azienda agricola, nonché una mozzarella di Brugnato, del caseificio Esposito. Un fiordilatte indigeno, buono anche con un po’ di pepe e il mio olio extravergine”, continua Giacomo. Raccontando pizze che vanno a nutrire la degustazione Pizza_Lab Contemporanea. In cui finisce anche il panino nato dalla fermentazione spontanea di acqua, carote, miele e zucchero. Acqua (filtrata) che va ad alimentare un poolish rinfrescato con uova, burro e farina Petra 6384. “È stata un’idea di Gianmarco Ferrandi il nostro pizzaiolo”, precisa Devoto. Fiero di annunciare un panino farcito con un cocktail di crostacei sbollentati e salsa all’agro di lampone. Senza dimenticare la collection di veraci napoletane (fra cui la Marinara Spezzina, con aglio di Vessalico e muscoli locali), nonché il tasting Ti raccontiamo la nostra pizza. Excursus che scava nel passato, grazie alla pizza sardenaira - detta anche Piscialandrea o pizza all’Andrea (intitolata all’ammiraglio Andrea Doria) - per giungere ad oggi. Inanellando la pizza al vapore; un cornicione-monoporzione-provocazione, alias La parte più buona della pizza, guarnita di tutto punto; la rivisitazione del calzone fritto, svuotato e riempito con ingredienti “a freddo”, vedi la mortadella Favola by Bonfatti, la crema di burrata, la saba dell’Acetaia San Giacomo e la polvere di arance amare; e una mini verace tonda, per gli irriducibili del grande classico. Un percorso da vivere indoor o nel bel dehors. Per poi concedersi a Morfeo. A soli dieci minuti di auto (e a sei chilometri dal mare), in quel di Fosdinovo (si passa in provincia di Massa-Carrara) spicca infatti la Locanda de Banchieri. Villa patrizia un tempo appartenuta a una potente famiglia toscana e aggi trasformata - grazie a un restauro conservativo - in buon retiro con quattro camere affascinanti. Intitolate alle famiglie degli Ubaldini, de’ Medici, Castrucci e Malaspina. Che non sfuggiron alla dantesca penna.