Nei calici? Lui, lo Champagne Ísos, presentato in ben tre formati: jéroboam, magnum e classica bottiglia. Uno Champagne corale, summa di pinot noir, chardonnay e meunier (i tre vitigni iconici della Champagne), assemblati in differenti percentuali ma utilizzando in parti uguali i vini provenienti dalle sette Les Fa’Bulleuses: Laureen Baillette (della maison Baillette-Prudhomme), Hélène Beaugrand (della maison Beaugrand), Claire Blin (della maison Mary-Sessille), Charlotte De Sousa (della maison De Sousa), Mathilde Devarenne (della maison Rochet-Bocart), Sophie Moussie (della maison Guy Méa) e Delphine Brulez (delle maison Louise Brison). Sette vigneronnes, per sette domaines, per sette terroirs diversi, che vanno dal nord al sud, da Avize a Vaudemange, da Louvois a Montgeux, da Trois-Puits a Trigny, passando per Noé-Les-Mallets. Praticamente uno Champagne che concentra tutta la Champagne, fra nuance energiche e fruttate, fresche e vibranti. Come vitali e vivaci sono le sette favolose produttrici. “Siamo sette donne che lavorano benissimo insieme, in perfetto accordo. Ci siamo conosciute nel 2015 e nel 2018 è nata la prima cuvée Ísos. Quando facciamo l’assemblaggio ci poniamo un obiettivo ben preciso: stare al di sopra delle parti. Perché se vero è che ciascuna di noi rappresenta la propria famiglia e la propria azienda, quando creiamo Ísos dobbiamo estraniarci dalle nostre singole realtà e metterci su un altro piano, per dar vita a qualcosa di diverso”, spiega madame Moussie. Descrivendo un progetto polifonico, collettivo, plurale, eppure unico.