Celebra i suoi primi dieci anni il Consorzio Tutela Roero. Territorio che se ne sta fieramente in provincia di Cuneo, alla sinistra del Tanaro. Diverso dalle Langhe e diverso dal Monferrato. E per questo unico e fortemente identitario. Anche se con Langhe e Monferrato condivide paesaggi di rara bellezza, riconosciuti Patrimonio Unesco dal 2014. Sì, esattamente da dieci anni. Mentre sono trascorsi vent’anni dal riconoscimento della docg. Insomma, un millesimo importante il 2024. Che il consorzio festeggia a Milano, il 3 giugno, seguendo il format dei Roero Days. Traduzione: gli happy days del Roero, che passeggia per il Piemonte o se ne va in trasferta, espandendo il verbo dell’arneis e del nebbiolo, i due vitigni iconici della zona. Così, dopo aver fatto tappa a Torino, al Castello di Guarene, a Bologna, alla Reggia di Venaria e alla capitolina Villa Miani, arriva nella cosmopolita e polifonica urbe meneghina, nell’autorevole scenario di Palazzo Giureconsulti. Per una giornata a tu per tu con oltre sessanta produttori (i soci totali sono 258 per una superficie di 1.300 ettari), protagonisti di un dinamico e vivace banco d’assaggio, capace di inanellare più di cinquecento etichette di Roero Bianco (anche nelle versioni spumante e riserva) e di Roero Rosso (pure in declinazione riserva). Cinque infatti le tipologie della docg, che ora conoscono un nuovissimo abito istituzionale, grazie a un contest - Born to be a Wine - che ha coinvolto una trentina di artisti e designer e che ha visto trionfare Bruno Casetta, con il suo linguaggio pittorico e poetico, fatto di filari di viti, di energia e di cromatica complessità. Etichette esposte per la prima volta proprio il 3 giugno. Quando prendono vita anche due duplici verticali guidate, nonché la presentazione di due volumi: Un Mare nel Roero by Trenta Editore, per un vis à vis con lo chef Flavio Costa; e Roero, terra del Nebbiolo e dell’Arneis, a cura della scrittrice e giornalista Laura Pacelli ed edito da DeAgostini. Per narrare la fortunata biodiversità roerina. Ben espressa dal logo-coccinella. Dove spiccano anche tre ruote stilizzate: a memoria della nobile famiglia Roero, che anticamente possedeva queste terre scandite da boschi e vigneti, orti e castagneti, rocche e serpeggianti sentieri nella meraviglia.