Anche perché ci vogliono grinta, energia e concentrazione per portare avanti una carta ricca e dinamica. Che mette in lista innumerevoli “farciture”, da abbinare alla tipologia di impasto prescelto. Per un’esperienza sorprendente. Così, se alcune pizze rendono omaggio alla classicità - come ben fa La Formaggi, inanellando crema di parmigiano reggiano 24 mesi, scamorza affumicata, blu di bufala, caciocavallo ragusano, crema di cipolla di Giarratana, erba cipollina e olio extravergine Pizzolium (by Olitalia) - altre si spingono con più audacia verso abbinamenti decisamente Ammodo. Accade per la Norma Doc, con melanzana violetta croccante, crema di ricotta salata, confettura dolce di corbarino, basilico ed extravergine Cherubino by Terraliva. Accade per la Verde Velluto, complici fiordilatte, burrata, mortadella L’Artemano (di Levoni) e pistacchio, tostato e in crema. Ma accade pure per le pizze new entry, come l’Amatri.. ciana, summa di pomodoro pelato bio, cipolla bianca, pecorino romano, guanciale affumicato crunch e pepe nero; e la Festa dell’Orto, tripudio green a ritmo di crema di zucchine e melanzane violette, radicchio spadellato e carciofo intero, datterino rosso semi dry e fonduta di parmigiano reggiano. Per apprezzare gli ortaggi nelle loro diverse sfumature e consistenze. “Le Leggendarie riprendono invece i miei cavalli di battaglia. Raccontano la mia storia, rappresentano la mia memoria”, precisa Vaccarella. Che non tradisce pizze iconiche come la Toscana e la Campania, la Puglia e la Romagna, l’Alto Adige e la Valtellina, in un omaggio alle regionali tipicità del Bel Paese. E per chi adora i gusti vegetali? Voilà le Vegan, tra le quali spicca la Movimento, con il pomodoro siccagno di Valledolmo, targato Rosso Siculo.