Simone Padoan fotografato per l'Almanacco della Pizza da Thorsten Stobbe
Più che sulla terra lui preferisce andare nella terra. Cercando e cogliendo le radici. Persino della lingua. Simone Padoan, capitano de I Tigli di San Bonifacio (Verona), ama il dialetto, la materia, la filiera colta. E ama anche guardare le cose da un punto di vista dinamico e propositivo. Della serie, la noia può essere un’opportunità per riflettere, pensare, realizzare: un innovativo sistema di consegna della pizza in tutta Italia. Un delivery interattivo ed esperienziale, capace di non far perdere mai né la gestualità né l’identità.
Simone Padoan intervistato da Cristina Viggè in diretta Instagram.
Sua figlia l’ha chiamata Gaia. Come Gea, madre di tutti gli dei dell’Olimpo, dea della natura e della fertilità, identificazione della Terra stessa. Sì, terra. Perché è nella terra che affondano le origini di Simone Padoan. Così come nella terra si tuffano le radici degli alberi che danno il nome alla sua insegna, nella veronese San Bonifacio: I Tigli. Anno di nascita 1994. “Arrivo da una famiglia dalla matrice rurale. E forse proprio l’aspetto contadino mi ha permesso di avere radici ben salde e idee precise su quello che volevo fare”, spiega Simone. Ultimo di nove figli. Nati e cresciuti in seno di una famiglia molto unita. Pronta a tener fede a un rituale sacro: quello del pasto. Tutti intorno a un tavolo. Ancor oggi elemento centrale del locale, tanto da farsi addirittura social e conviviale. Poi? È sempre la terra a parlare, coinvolgendo pavimenti, arredi e sedute. In un dialogo fra porfido, pietra gialla di Vicenza e legno di cedro.
Simone Padoan si racconta per l'Almanacco della Pizza - Riprese a cura di Enrica Guariento
E sempre dalla terra vien da pensare siano sbocciati quei “fiori di stagione” che, negli anni Novanta, corredavano i primi menu di Simone. Una carta povera, con pizze semplici. Terra. Sulla quale Simone è caduto e sulla quale si è rialzato. Con più grinta e coraggio. Nel 1999, alla fine del secondo millennio. Chissà, forse un segno del destino. “Dopo ogni momento buio e di crisi c’è una rinascita. C’è una voglia di riscatto. C’è il desiderio di vedere la luce”. E lui? Non solo vede la luce, ma accende pure i riflettori su un mestiere, quello del pizzaiolo, che andava nobilitato. “Mestiere, non lavoro”, precisa Simone. “Perché il lavoro lo fai. Il mestiere lo vivi. È la tua espressione. La tua identità”. Della serie, un mestiere lo porti con te. Ovunque tu vada. E proprio durante un viaggio in moto in Toscana, con un gruppo di amici, Simone ha un’illuminazione sulla via di San Quirico d’Orcia. Assaggia la burrata. Colpo di fulmine. Specialmente se sposata col prosciutto. Da lì l’idea di quella che ormai è un’icona: la “Burrata e Crudo”. Talmente copiata da spingere Padoan a farne lui stesso una copia, ma col gambero (crudo). “Rimango convinto che il copiare sia la forma più alta di adulazione. E credo che il copiare ti possa spronare a fare sempre di più, mettendoti in competizione con te stesso. Mentre l’essere copiato ti fa capire di essere sulla strada giusta. Un’idea più essere fantastica nella tua testa. Ma diventa bella se trova consenso”. E le idee possono nascere guardando il mondo con occhi nuovi.
Il locale I Tigli di Simone Padoan riaprirà a San Bonifacio (Verona). Intanto Simone ci propone una ricetta del cuore, una torta dei dì di festa in famiglia: la Torta delle Rose.
❓Torneremo a viaggiare❓
Partecipa al sondaggio con 1 click >
Simone Padoan fotografato per l'Almanacco della Pizza da Thorsten Stobbe
Più che sulla terra lui preferisce andare nella terra. Cercando e cogliendo le radici. Persino della lingua. Simone Padoan, capitano de I Tigli di San Bonifacio (Verona), ama il dialetto, la materia, la filiera colta. E ama anche guardare le cose da un punto di vista dinamico e propositivo. Della serie, la noia può essere un’opportunità per riflettere, pensare, realizzare: un innovativo sistema di consegna della pizza in tutta Italia. Un delivery interattivo ed esperienziale, capace di non far perdere mai né la gestualità né l’identità.
Simone Padoan intervistato da Cristina Viggè in diretta Instagram.
Sua figlia l’ha chiamata Gaia. Come Gea, madre di tutti gli dei dell’Olimpo, dea della natura e della fertilità, identificazione della Terra stessa. Sì, terra. Perché è nella terra che affondano le origini di Simone Padoan. Così come nella terra si tuffano le radici degli alberi che danno il nome alla sua insegna, nella veronese San Bonifacio: I Tigli. Anno di nascita 1994. “Arrivo da una famiglia dalla matrice rurale. E forse proprio l’aspetto contadino mi ha permesso di avere radici ben salde e idee precise su quello che volevo fare”, spiega Simone. Ultimo di nove figli. Nati e cresciuti in seno di una famiglia molto unita. Pronta a tener fede a un rituale sacro: quello del pasto. Tutti intorno a un tavolo. Ancor oggi elemento centrale del locale, tanto da farsi addirittura social e conviviale. Poi? È sempre la terra a parlare, coinvolgendo pavimenti, arredi e sedute. In un dialogo fra porfido, pietra gialla di Vicenza e legno di cedro.
Simone Padoan si racconta per l'Almanacco della Pizza - Riprese a cura di Enrica Guariento
E sempre dalla terra vien da pensare siano sbocciati quei “fiori di stagione” che, negli anni Novanta, corredavano i primi menu di Simone. Una carta povera, con pizze semplici. Terra. Sulla quale Simone è caduto e sulla quale si è rialzato. Con più grinta e coraggio. Nel 1999, alla fine del secondo millennio. Chissà, forse un segno del destino. “Dopo ogni momento buio e di crisi c’è una rinascita. C’è una voglia di riscatto. C’è il desiderio di vedere la luce”. E lui? Non solo vede la luce, ma accende pure i riflettori su un mestiere, quello del pizzaiolo, che andava nobilitato. “Mestiere, non lavoro”, precisa Simone. “Perché il lavoro lo fai. Il mestiere lo vivi. È la tua espressione. La tua identità”. Della serie, un mestiere lo porti con te. Ovunque tu vada. E proprio durante un viaggio in moto in Toscana, con un gruppo di amici, Simone ha un’illuminazione sulla via di San Quirico d’Orcia. Assaggia la burrata. Colpo di fulmine. Specialmente se sposata col prosciutto. Da lì l’idea di quella che ormai è un’icona: la “Burrata e Crudo”. Talmente copiata da spingere Padoan a farne lui stesso una copia, ma col gambero (crudo). “Rimango convinto che il copiare sia la forma più alta di adulazione. E credo che il copiare ti possa spronare a fare sempre di più, mettendoti in competizione con te stesso. Mentre l’essere copiato ti fa capire di essere sulla strada giusta. Un’idea più essere fantastica nella tua testa. Ma diventa bella se trova consenso”. E le idee possono nascere guardando il mondo con occhi nuovi.
Il locale I Tigli di Simone Padoan riaprirà a San Bonifacio (Verona). Intanto Simone ci propone una ricetta del cuore, una torta dei dì di festa in famiglia: la Torta delle Rose.
❓Torneremo a viaggiare❓
Partecipa al sondaggio con 1 click >
FUORIMAGAZINE
FUORI è iscritto nel Registro della Stampa di Milano con il n. 160 dell’ 11 maggio 2017.
FUORIMAGAZINE® è un marchio registrato di proprietà di Petra srl.
I testi sono di Cristina Viggè quando non diversamente specificato.
Le immagini ed i video sono degli autori di volta in volta citati quando non liberamente disponibili in internet per la pubblicazione e/o divulgazione.