Gionata Gonzato a Sigep 2020 - Foto di Paolo Terlizzi
Lui buca lo schermo. Dello smartphone. “Due anni fa feci un video per spiegare il perché e il percome dello spillare la birra in una certa maniera. E lo misi sulla nostra pagina Facebook. Bene, dopo appena tre ore quel video contava già 650mila visite. E dopo due giorni aveva superato i due milioni. Oggi vanta cinque milioni e quattrocentomila visualizzazioni. Ha fatto il giro del mondo pure su WhatsApp. E ci ha pure portato clienti da mezzo mondo”, racconta Gionata Gonzato. Per tutti El Tigre. Come l’insegna che da 28 anni guida insieme alla sua famiglia. A Carignano, vicino a Torino. “La pizzeria si chiamava già così quando la rilevammo noi. Il titolare era appassionato di Sandokan”. Insomma, una Tigre della Malesia in terra sabauda. Un personaggio - uscito dalla penna di Emilio Salgari - presto divenuto pure il soprannome di Gionata. Professionista carismatico, schietto e simpatico. Uno capace. Di impastare e di ironizzare. Di indossare la divisa ma pure la cravatta. “Amo vestirmi in una certa maniera. E allora mi sono detto: perché non mettere la cravatta tutti i giorni, quasi fossi un impiegato? Così sfoggio una cravatta dal nodo corto. Che mi piace definire sugo repellente”.
Riprese a cura di Marco Gallocchio nello stand di Petra - Molino Quaglia al Sigep 2020 - Rimini
Questione di personalità. E Gionata ha imparato a veicolarla nella maniera corretta. Utilizzando con intelligenza e sensibilità anche i social. Dove traspare tutta la sua umanità. Perfetto mix di audacia, rigore, istinto ed estro. Che significa anche dare il giusto peso e il giusto nome alle cose. Ecco allora che il suo impasto non è uno qualsiasi, bensì il Pentaimpasto, summa di ben cinque tipologie di farine: Petra 3, Petra 5, Petra 9, semola di grano duro e farro. Sublimato addirittura nel PanBurrata, formato di pizza nato quasi per caso e diventato un marchio registrato. Della serie, l’importante è giocare, sperimentare e ragionare. Tant’è che Gionata si è presto sintonizzato sulle consegne a domicilio. Grazie a un Pentaimpasto pensato su misura. “Certo, lo faccio molto più idratato. Fra acqua e olio extravergine arrivo all’80%. Gli faccio fare una prima cottura, ma non completa. Infatti va finito di cuocere nel forno di casa. Per cinque-sei minuti, a 220°C. Stendo anche un filo di pomodoro. Perché il pomodoro è il sangue della pizza. Infine, posiziono tutti gli altri ingredienti. È il nostro modo per dire che sulla qualità non si transige. E non si può mentire”, spiega Gonzato. Che ha pensato persino al kit per apparecchiare. Metal box incluso. Da usare sia come teglia sia come piatto. Versatile e riciclabile.
La pizzeria El Tigre di Gionata Gonzato riaprirà a Carignano (Torino). Intanto Gionata ci propone la ricetta della sua pizza Sofia (dedicata alla sorella dell'imperatrice Sissi, nonché ultima regina consorte del Regno delle Due Sicilie) con mozzarella di bufala, pomodorini del piennolo, scarola e olive di Gaeta.
❓Esiste il lato umano dei social❓
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Gionata Gonzato a Sigep 2020 - Foto di Paolo Terlizzi
Lui buca lo schermo. Dello smartphone. “Due anni fa feci un video per spiegare il perché e il percome dello spillare la birra in una certa maniera. E lo misi sulla nostra pagina Facebook. Bene, dopo appena tre ore quel video contava già 650mila visite. E dopo due giorni aveva superato i due milioni. Oggi vanta cinque milioni e quattrocentomila visualizzazioni. Ha fatto il giro del mondo pure su WhatsApp. E ci ha pure portato clienti da mezzo mondo”, racconta Gionata Gonzato. Per tutti El Tigre. Come l’insegna che da 28 anni guida insieme alla sua famiglia. A Carignano, vicino a Torino. “La pizzeria si chiamava già così quando la rilevammo noi. Il titolare era appassionato di Sandokan”. Insomma, una Tigre della Malesia in terra sabauda. Un personaggio - uscito dalla penna di Emilio Salgari - presto divenuto pure il soprannome di Gionata. Professionista carismatico, schietto e simpatico. Uno capace. Di impastare e di ironizzare. Di indossare la divisa ma pure la cravatta. “Amo vestirmi in una certa maniera. E allora mi sono detto: perché non mettere la cravatta tutti i giorni, quasi fossi un impiegato? Così sfoggio una cravatta dal nodo corto. Che mi piace definire sugo repellente”.
Riprese a cura di Marco Gallocchio nello stand di Petra - Molino Quaglia al Sigep 2020 - Rimini
Questione di personalità. E Gionata ha imparato a veicolarla nella maniera corretta. Utilizzando con intelligenza e sensibilità anche i social. Dove traspare tutta la sua umanità. Perfetto mix di audacia, rigore, istinto ed estro. Che significa anche dare il giusto peso e il giusto nome alle cose. Ecco allora che il suo impasto non è uno qualsiasi, bensì il Pentaimpasto, summa di ben cinque tipologie di farine: Petra 3, Petra 5, Petra 9, semola di grano duro e farro. Sublimato addirittura nel PanBurrata, formato di pizza nato quasi per caso e diventato un marchio registrato. Della serie, l’importante è giocare, sperimentare e ragionare. Tant’è che Gionata si è presto sintonizzato sulle consegne a domicilio. Grazie a un Pentaimpasto pensato su misura. “Certo, lo faccio molto più idratato. Fra acqua e olio extravergine arrivo all’80%. Gli faccio fare una prima cottura, ma non completa. Infatti va finito di cuocere nel forno di casa. Per cinque-sei minuti, a 220°C. Stendo anche un filo di pomodoro. Perché il pomodoro è il sangue della pizza. Infine, posiziono tutti gli altri ingredienti. È il nostro modo per dire che sulla qualità non si transige. E non si può mentire”, spiega Gonzato. Che ha pensato persino al kit per apparecchiare. Metal box incluso. Da usare sia come teglia sia come piatto. Versatile e riciclabile.
La pizzeria El Tigre di Gionata Gonzato riaprirà a Carignano (Torino). Intanto Gionata ci propone la ricetta della sua pizza Sofia (dedicata alla sorella dell'imperatrice Sissi, nonché ultima regina consorte del Regno delle Due Sicilie) con mozzarella di bufala, pomodorini del piennolo, scarola e olive di Gaeta.
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I testi sono di Cristina Viggè quando non diversamente specificato.
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