Nella campagna romana. Così il pittore Johann Heinrich Wilhelm Tischbein ritrae Johann Wolfgang von Goethe. Immortalandolo in una delle sue innumerevoli tappe, narrate nel volume Viaggio in Italia. In cui il grande poeta tedesco ripercorre il personale grand tour, un must esperienziale per l’epoca romantica. Trento, Torbole, il Lago di Garda. E poi via con Vicenza, Padova e la Serenissima; Firenze, Assisi e Spoleto; Napoli e il Vesuvio; Taormina e il Tempio di Segesta. Goethe inanella iconici paesaggi e incontra illustri personaggi. Per renderli eterni nelle pagine.
Un Viaggio in Italia che Identità Golose traduce in romanzo culinario. Ambientandolo a Londra, per l’edizione tutta british del congresso internazionale di cucina d’autore. E condensandolo in uno special dinner: mercoledì 27 giugno, sul rooftop dei grandi magazzini Selfridges & Co. della City (in Oxford Street). Traduzione: il ristorante alto by San Carlo, gruppo guidato dalla famiglia Distefano che conta ben ventuno insegne nel solo Regno Unito. Con sconfinamenti in Quatar, a Bangkok e nel Bahrain. Sempre tenendo alto il vessillo del made in Italy.
Una location metropolitana e cosmopolita dunque, per una cena dalla spiccata valenza tricolore. Quasi a ribadire il respiro internazionale del lato regionale del Bel Paese. Espresso in ingredienti, pietanze, vini, birre e carismatici interpreti. Per un percorso che attualizza la tipicità, rileggendola con sguardo ampio e illuminato. Firmato Corrado Assenza (del Caffè Sicilia di Noto); Alessandro Negrini e Fabio Pisani (de Il Luogo di Aimo e Nadia di Milano); Annie Féolde e Alessandro Della Tommasina (della fiorentina Enoteca Pinchiorri); Cristina Bowerman (della capitolina Glass Hostaria); nonché Alfonso Caputo (della Taverna del Capitano di Massa Lubrense). Per una gustosa polaroid sulla Penisola.
Via che si parte. Focacce a base di farine macinate a pietra by Petra - Molino Quaglia - che sigla tutto il pane della serata -, scaglie di Grana Padano e calice di Prosecco Zonin 1821. Per uno start all’insegna della classicità. Di qualità.
Prima sosta? Cicerchie dei Monti Dauni in crema con taleggio della Valsassina e mosto cotto di fichi by Negrini-Pisani. Per un incontro ravvicinato fra Lombardia (patria di Alessandro) e Puglia (culla di Fabio). In abbinamento: lo spumante brut “Rosamaro” da uve negroamaro della salentina Masseria Altemura. Della serie, un vitigno autoctono in versione glamour. Mentre Birra del Borgo, maison reatina di Borgorose, presenta “La Saracena”, con grano saraceno tartarico. Segni distintivi? Tono dorato, schiuma compatta e freschi richiami erbacei.
Si prosegue con un piatto tristellato, targato Pinchiorri. Voilà il risotto con gamberi, nervetti di vitello e polvere di liquirizia. Ruralità e nobiltà, terra e mare, con scia aromatica. In tandem lui, il “Calasole" by Rocca di Montemassi, realtà maremmana incastonata fra Tirreno e Colline Metallifere. Un vermentino in purezza, dalle note d’agrumi e dalla spina dorsale minerale. Ideale per sposare il piatto Della Tommasina. Fiero di dialogare pure con "L’Equilibrista" di Birra del Borgo, una grape ale figlia dell’attrazione fatale fra mondo vitivinicolo e pianeta brassicolo. Ossia: mosto di sangiovese e mosto di birra (Duchessa) fermentano together, trovando la quadra nel metodo classico.
E dopo il riso? Rigatoni, of course. Monograno Felicetti, per la precisione, ripieni di carciofi alla romana, vignarola, bottarga e caviale di alici. Un piatto deciso e determinato come colei che lo ha creato: madame Bowerman. Nel calice, il fruttato e floreale Fiano della Masseria Altemura, nonché con l’Enkir del birrificio di Borgorose. Una birra polposa, resinosa e speziata, che elegge fra gli ingredienti il triticum monococcum.
Poi si sosta in riva al mare. Per assaporare il dentice di capitan Caputo. Preparato in foglia di limone con provola affumicata e uvetta tostata. Il Mediterraneo all’improvviso. Sostenuto dai sorsi di “Syrosa”, sempre della rocca toscana. Che qui svela il lato pink del syrah. Ma il dentice non disdegna la “Keto Reporter”. Della serie, una porter impreziosita da foglie di tabacco Kentucky coltivato in Toscana. Quello utilizzato per i sigari. Che in questo caso vanno a creare una birra nera, profonda, abissale.
Ma è nella fermata (quasi) finale che Assenza fa sentire la sua immensa presenza ed esclama: “Guardaaa… la Sicilia!!!" Mentre si degusta un dessert compendio della Trinacria: crema doppio fiordilatte al pistacchio di Bronte, salsa inglese al gin e timo selvatico, cuturro di grano duro alla mandorla romana di Noto, marmellata di pompelmo rosa e pasta sfoglia di ricotta ovina. Goethe avrebbe apprezzato il dolce-non dolce. Esaltato dal Prosecco, ma anche dalla “Rubus”, una fruit ale preziosa di lamponi. Che innescano una fermentazione selvatica, donando alla birra un’evidente acidità.
Al capolinea: caffè Lavazza e Tiramisù Chocolate Truffle “Viaggio in Italia” by La Perla di Torino. Perché l’ultimo boccone non si scorda mai.
La partenza della cena è fissata per le 18.30. Il costo di partecipazione è di 160 sterline a persona. I biglietti si acquistano online.