La cultura? Si respira. Si morde. E si beve. Al Babitonga Café di viale Pasubio, a Milano. Un locale interdisciplinare, pronto a innescare un dialogo costruttivo fra drink (preparati dietro il bancone) e libri (in bella mostra sui tavoli). Sì, perché questo “caffè letterario” contemporaneo e metropolitano è un tutt’uno con laFeltrinelli. Una libreria unica nel suo genere, che conta oltre 15mila volumi, dedicati a letteratura, saggistica e arti visive. Non dimenticando proposte tematiche legate alle aree di ricerca della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Che ha sede nello stesso edificio avveniristico di Porta Volta: circa 2.700 metri quadrati di superficie firmati dallo studio di architettura Herzog & de Meuron e pronti a dipanarsi su cinque piani. Fra aule, sala polifunzionale, uffici, sala lettura e biblioteca. Un progetto urbano e culturale, aperto a incontri, convegni, seminari, letture, rassegne cinematografiche e ascolto di musica live. Per una vera e propria “casa europea delle scienze sociali”.
Un luogo glocal e social, che sin dal pianoterra si propone come un punto di riferimento per la condivisione, la convivialità, la socializzazione e lo scambio ideologico. Pur mantenendo un alone di mito e di mistero. Soprattutto nel nome: Babitonga. Forse la baía brasiliana in cui prese forma - nell’Ottocento - la colonia di utopisti socialista ispirata a Charles Fourier. Forse la nave sulla quale s’imbarcò Inge Schoenthal - moglie di Giangiacomo - nel suo viaggio dall’Europa all’America, nei panni di giovane reporter.
Fatto sta che Babitonga sia così. Uno spazio di utopia possibile. Impregnato di un’aria sudamericana. Del resto, la prima traduzione in lingua straniera - proprio in italiano - di Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez fu opera di mister Feltrinelli. Traduzioni che contaminano anche l’universo della mixology. Al nastro di partenza vi sono infatti un ciclo di appuntamenti dedicati alla rilettura dei grandi must della drink list: “Let’s twist”. Della serie, un cocktail cult e la sua variazione evoluta e creativa. Ideata dall’head barman Mattia Pastori. Il tutto accompagnato da una selezione musicale a cura del dj Lorenzo Fassi e da una serie di assaggi siglati dal resident chef Oreste Massera.
In pratica: con 15 euro si possono percorrere le due strade parallele di un cocktail - la tradizionale e l'anticonvenzionale - assaggiando pizza fritta, olive di Cerignola, mandorle salate e mondeghili. Miscelando milanesità e internazionalità.
Primo appuntamento il 30 gennaio (dalle 19.30) con un vis à vis fra Americano e Americano Inaspettato. Per poi proseguire il 20 febbraio con Spritz & Tokyo Spritz, e il 20 marzo con Gin Tonic & Garibaldino Tonico. Sei le serate totali. E non mancheranno il Moscow Mule e la sua traduzione in Valtellina Mule.