Dando un primo sguardo alla grande lavagna, l’amletico dubbio sorgerebbe spontaneo: vapore o croccante? Ma basterebbe riflettere sulle parole di Massimiliano per scegliere. “L’ho osservato tante volte. Al mattino c’è chi predilige una brioche soffice e chi un prodotto più croccante. Perché? Semplice. I primi è come se preferissero rimanere col capo sul cuscino, per continuare a sognare. I secondi, invece, comunicano con morso deciso un risveglio gustativo e un voler aggredire con grinta ed entusiasmo la giornata”, precisa Max Alajmo. Che non ha tutti i torti. Anzi. A pensarci bene, la duplice proposta di Amor trova la sua genesi in questo intuitivo concetto.
Amor. Erede dell’Amo veneziano - aperto tre anni fa dagli Alajmo, all’interno del T Fondaco dei Tedeschi -, ma posizionato a Milano: nella centralissima Corso Como 10. “Amor è il nostro spazio fast-casual. Il flagship store di una serie di locali che stiamo iniziando a realizzare”, spiega Raf, fratello di Max, nonché ceo e maître des lieux di un Gruppo che conta altre dieci insegne fra la provincia di Padova, Venezia e Parigi. Un locale, quello meneghino, nato in collaborazione con Philippe Starck, l’archistar parigino già “intervenuto” su altre insegne di “famiglia”: dal Caffè Stern della Ville Lumière al Quadri, al Quadrino e all’Amo serenissimi.
E anche Amor sfoggia un décor volutamente veneziano. In una sorta di inno alle origini. Un decoro che si traduce in maschere. Tante maschere. Dorate, eccentriche, egocentriche. Ironiche e istrioniche. Che, dall’alto delle nitide pareti, paiono osservare insistentemente il commensale. Accomodato sulle sedie e sugli sgabelli che profilano conviviali tavoli in legno. Mentre un ingegnoso e geniale sistema di carrucole collega, in un giocoso saliscendi, le luci e le cloche utilizzate per cuocere le pizze. Starck ha così voluto amplificare e visualizzare, ricorrendo addirittura a uno stratagemma architettonico, l’idea primigenia del locale. Che sta là: in quella sofficissima pizza al vapore brevettata da Max. Una pjzza, per dirla con gli Alajmo.
Naturalmente tutti gli impasti sono preparati nel lab centrale del Gruppo: il Mamma Rita, poco distante dalle tristellate Calandre di Sarmeola di Rubano. Impasti lievitati a lungo - tra le farine utilizzate vi sono pure quelle di Molino Quaglia - e precotti in un forno a vapore. Poi, una volta giunti da Amor, prendono due strade, finendo sotto le cupole steamy, oppure dentro il forno elettrico. Una matrice comune per due risultati completamente differenti: le morbidissime pizze al “Vapore” e quelle in foggia “Croccante”. Da ordinare in base all’umore, alla propria personalità e al proprio carattere. Come Massimiliano docet.
Pizze disponibili all day long. Alcune pensate ad hoc per la colazione, altre ideali per il pranzo o per la cena. Quando scatta il servizio al tavolo. Altrimenti? Si può ordinare direttamente al banco - in modalità self-service -, consumando in loco o portando il gustoso bottino a casa. Tutto è semplice e trasparente. “Qui noi vogliamo avvicinare, conquistare e coccolare gli ospiti. Vogliamo far sì che si sentano a loro agio. Senza costringerli a fare uno sforzo per capire”, precisa Raffaele. E la pizza è il ritratto di questa filosofia: una pizza leggera, salutare, digeribile, diretta, democratica, accessibile e istintivamente riconoscibile.
Eccola dunque, vaporosa come una nuvola. La “Margherita”, con pomodoro, mozzarella, datterini arrostiti, origano e basilico; la “Amatriciana”, con mozzarella, pecorino e salsa amatriciana; e la “Acciughe e Chorizo”, con acciughe del Cantabrico, chorizo, stracciatella, finocchietto e zafferano.
E la “Vegana”? Voilà, con un impasto a base di farina di riso nero, semi misti, ortaggi di stagione e coriandolo. Per chi ama le visioni green.
Sofficissime anche le due pizze-dessert: con la Crema Eccezionale e con la Crema Favolosa, le spalmabili by Alajmo. Nocciole caramellate a completare la prima; lamelle di mandorle tostate a suggellare seconda. Per individuarle alla prima occhiata.
Le pizze croccanti contemplano invece un impasto integrale, declinandosi nella “Margherita” e nella “Uova e Bacon”, con cipolla al balsamico. Perfetta per un breakfast corroborante.
E decisamente croccanti sono pure i calzoni studiati da Massimiliano. E che prendono il nome di Masscalzone (se salato) e Masscalzino (se dolce). Da provare quello ripieno di “Prosciutto, funghi e burrata", e quello ai “Quattro formaggi”, con gorgonzola, ricotta, mozzarella, scamorza, spinaci e salamino piccante.
Goloso poi il Masscalzino, che svela un impasto alla curcuma. Dentro? Crema Eccezionale e nocciole, oppure crema pasticcera e frutti di bosco. Ottimi a colazione o a merenda. Non dimenticando altri dessert cult in carta. Vedi il tiramisù e la Pazientina, soave summa di pan di spagna, zabaione, biscotto e cioccolato. Una tipicità patavina, tanto amata da mamma Rita.
Parola d’ordine: artigianalità. Che contamina la proposta beverage. A partire dalle homemade soda: dal Bergamotto alla Cocalandre, fino al Limone e Pino Mugo. Da sperimentare per l’aperitivo, con l’addizione di mezcal, rum e gin. Non trascurando una selezione di birre, realizzate con capitan Baladin Teo Musso, nonché una serie di centrifughe e spremute. Perfette anche al mattino. Insieme a una brioche all’italiana - con crema pasticcera o in versione integrale all’extravergine di oliva e confettura d’albicocca -, a un croissant salato, a una sfoglia con crema di riso e cioccolato o con un muffin gluten free alla nocciola. Il caffè? È della veronese torrefazione Giamaica. Con possibile aggiunta di spuma di mandorle.
Amor è aperto dal lunedì al giovedì, dalle 8 alle 22; il venerdì, dalle 8 a mezzanotte; il sabato, dalle 10 a mezzanotte; e la domenica, dalle 10 alle 22.
Foto di Lido Vannucchi