Si sa. Chi si somiglia si piglia. E il sorrentino Umberto De Martino, chef e patron della Florian Maison di San Paolo d’Argon, chiama a sé i suoi conterranei. Per realizzare una serata, quella del 23 luglio, all’insegna della più verace cultura enogastronomica napoletana. Un rito che si rinnova, dopo il successo dello scorso anno. Per un appuntamento di mezza estate sulle colline della Bergamasca.
L’incipit? Tutto all’insegna del più variopinto street food. Sulla terrazza panoramica di un relais che vanta raffinate suite e che fa pure parte di una prestigiosa collezione (di alberghi e tavole gourmet) quale la Châteaux & Hôtels Collection, presieduta da Alain Ducasse. Via dunque con il cibo di strada in versione ’O sole mio: trecce e ricotta di bufala del Mini Caseificio Costanzo, in terra casertana; il classico ’o per e ’o muss (piede e musetto di maiale), riletto dall’astro Michelin di Lino Scarallo, chef di Palazzo Petrucci, sulla spiaggia di Villa Donn’Anna, a Posillipo; e le arancine di riso a pall' e ris' by Paolo Barrale, chef (di origini palermitane) dello stellato Marennà di Sorbo Serpico (all’interno dei Feudi di San Gregorio, in Irpinia), nonché presidente di Chic - Charming Italian Chef, l’associazione di cui fanno parte pure De Martino e Scarallo. Per poi proseguire con il cacio in carrozza firmato Agostino Malapena, del ristorante Costanzo di Aversa; e il mitico casatiello di Ciro Arenella di Campania Mia, bottega di cose buonissime nel quartiere Vomero. Cosa volere di più? Uno shottino (anzi sciottino, sa più di sciué sciué) di impepata di cozze e un sorso di ’o bror e purp. Per qualche assaggio di mare. In abbinata? I vini di persistenza sensoriale proposti da Salvatore Martusciello, decisi portavoci del terroir dal quale provengono. Come il metodo Martinotti brut Asprinio d’Aversa Trentapioli (così chiamato a ricordo della scala adoperata per salire sui vigneti ad alberata), e la minerale Falanghina dei Campi Flegrei Settevulcani, da uve coltivate a piede franco.
A tavola, l’esperienza continua. Gnocchi alla sorrentina con mini braciole di manzo, preparati dal padrone di casa; e candele di Gragnano alla genovese di chef Lino. Mentre porta sempre la firma di Umberto il secondo piatto: totano ’mbuttunat con scarole, capperi, olive e vellutata di patate rosse. Nel calice: prima, il Gragnano della Penisola Sorrentina Ottouve (in omaggio ai molteplici vitigni che in passato - e in parte ancor oggi - concorrevano alla messa a punto del vino); dopo, il Piedirosso dei Campi Flegrei Settevulcani. Predessert a cura di Barrale: brioche siciliana e mela annurca, per un incontro ravvicinato fra due tradizioni. E per dessert, sfogliatelle ricce, babà al limoncello e mignon di Santa Rosa, speciale versione della sfogliatella con crema pasticcera e amarene candite. Realizzate da Salvatore e Pina Capparelli, titolari dell’omonima pasticceria artigianale napoletana.
La serata prende il via verso le 19.30 e ha un costo di 75 euro, tutto incluso.