Uno spazio in HD per farine in HP. A Sigep 2020, di scena alla Fiera di Rimini dal 18 al 22 gennaio, Petra - Molino Quaglia presenta nel suo salotto in alta definizione i suoi nuovi prodotti ad alta prestazione e a elevato tasso di comunicazione. Per dar più valore all’identità artigiana, attraverso la materia e l’immaginario, il dire il fare, l’ingrediente e il gradiente emozionale.
Ecco allora una new generation di farine per pane, pizza e pasticceria: le Petra HP - High Performance Flour. Una sorta di upgrade della linea classica. Quasi una realtà aumentata. Studiata e realizzata per sfruttare al meglio le moderne tecnologie di produzione e conservazione dei cibi, integrandole con i tradizionali processi di lavorazione: dagli impasti diretti alle bighe, passando per il lievito madre. Farine di grano tenero e miscele di semole di grano duro altamente sensoriali e funzionali, contemporanee e sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che economico. Perché rispettose della terra e orgogliose nel rendere onore al no waste. Farine innovative, figlie di un’esclusiva formula di bilanciamento tra selezione climatica, iter di macinazione (a cilindri o a pietra potenziata, il cosiddetto augmented stone milling) e parti di frumento germogliato già dosato a perfezione (grazie alla tecnica Petraviva).
Farine dalle cinque virtù. La prima parola d’ordine è infatti stabilità. Ossia costanza nelle prestazioni. Per impasti equilibrati e calibrati, pronti a dare sempre il massimo. Anche per quanto concerne il volume. Certo, perché le parti germogliate dei cereali perfezionano e incentivano la forza lievitante. Assicurando croissant ariosi, pani vaporosi e cornicioni della pizza ben alveolati. Leggeri, appetibili e attraenti per occhi e palato. Prodotti “nuvolosi”, e comunque capaci di non tradire un’altra peculiarità: la friabilità. Il che si traduce in delicata croccantezza della superficie esterna. E in quella “musica del masticare” tratteggiata dall’accademico ricercatore Alan R. Hirsch. Della serie, il pane ha un suono, che può stimolare e influire positivamente sull’esperienza gustativa. Senza dimenticare che le Petra HP tengono fede al non spreco e al non scarto. Grazie alla loro resilienza alle basse temperature e alla loro shelf-life prolungata. Grazie al loro idilliaco feeling con la catena del freddo e alla loro duratura fragranza.
Farine all’avanguardia, che fanno il loro debutto ufficiale nel salotto di Petra (Hall B5D5). Dove certo non mancano le altre importanti referenze del molino atestino: da Petra Evolutiva a Petra Maiorca, dalla farina di farro monococco bio alle classiche di tipo “0”. Protagoniste di un pokerissimo di postazioni ad hoc. Voilà la comfort zone dedicata a veri e propri audio-workshops di 15 minuti sulle farine, sugli impasti e sui lieviti. Per una full immersion nel mondo Petra, supportati da un g’trainer e da un impianto sonoro ad alta fruizione individuale. Per apprendere in totale relax, isolati dalla frenesia della fiera. Ed ecco anche le postazioni vocate alla panificazione, alla pasticceria, alla pizzeria, e al lievito madre, gestito seguendo il metodo di Rolando e Francesca Morandin.
Uno spazio esperienziale quello di Petra. Che annuncia anche un new packaging. Sì, ora i sacchi parlano. E si può dialogare con loro, attraverso il PetraCode, ovvero il QR code individuale - diverso per ogni farina - stampato sul fronte, accanto al logo giallo e su un campo-sfondo dai naturali toni terragni. Un codice personalizzato e multitasking. Un coach virtuale, sempre a disposizione. Una chiave d’accesso all’universo dell’arte bianca. Una finestra spalancata su inediti orizzonti. Un link, che mette in costante relazione e in perenne connessione l’artigiano, l’ingrediente, il molino e il cliente. Una porta che si apre, prima ancora di aprire il sacco. Che intanto abbandona il peso massimo di 25 chili per divenir di 12,5 chilogrammi. Esattamente la metà. A tutto vantaggio di una maggior fruibilità e un’assoluta facilità di trasporto, stoccaggio, gestione, pesata e varietà. A parità di spazio occupato.
Una confezione sostenibile e volitiva. Capace di esprimersi. Basta infatti inquadrare il Petracode con la videocamera del proprio smartphone per scoprire schede tecniche e ricette, immagini e video, approfondimenti e consigli pratici, presentazione di corsi e sondaggi, spunti di riflessione e suggerimenti. Persino come scattare al meglio una foto da postare sui social network. Non trascurando la rassegna stampa e gli articoli pubblicati su questo magazine. Informazioni relative ai Petra Selected Partners che poi vengono veicolate al consumatore finale attraverso le confezioni casalinghe. In una circolarità propositiva e dinamica del messaggio.
Sì, l’high performance contamina pure la comunicazione. Al punto da far nascere un progetto: l’X-Sharing. Ossia la condivisione - grazie a video-interviste - di quell’individuale x-factor che ha plasmato la propria professione. Un’occasione per spiegare l’unicità di quel che si è e di quel che si fa. Un’opportunità per raccontare l’essere, il fare, il sognare e la possibilità di cambiare. Davanti alla telecamera. Un’altra attrice dello stand. Dove si tengono pure le selezioni per il secondo volume dell’Almanacco della Pizza. Opera che inanella appassionanti storie di vita, narrando la nascita e la crescita della pizza contemporanea. Stand di Petra dove va in scena anche il casting per le prossime tappe del fortunato programma Mica Pizza e Fichi, condotto da Nicola Prudente, alias Tinto. Presente domenica 19 gennaio, per selezionare gran parte dei protagonisti della stagione 2020. Che si divide in due: una trentina di puntate trasmesse sui canali web di La7 e, a seguire, le canoniche dieci tappe in tivù. Pensate con una dinamica nuova.
In gallery, alcune immagini del Sigep 2019 by Enrica Guariento
Altre foto di Thorsten Stobbe