Nelle sere del solstizio d’estate il diavolo ci mette lo zampino. Pardon, il Povero Diavolo alza i coperchi, riempie le pentole e apre le porte della sua casa, a Torriana (nell’entroterra di Rimini), per dar vita e voce a una quattro giorni di autentico stupore. Una kermesse di carattere, caparbia e tenace come il suo ideatore: il patron Fausto Fratti, affiancato dalla moglie Stefania Arlotti.
E così, dal 20 al 23 giugno torna, per la sua quinta edizione, Spessore. In un’ideale e gustosa consecutio temporum col riminese Al Mèni, il “circo Massimo” che in piazzale Fellini, grazie alla regia di Bottura, mette sotto e intorno a un tendone le cose fatte bene con le mani e col cuore... proprio qualche giorno prima dell’evento di Torriana. Che ne coglie in qualche modo il testimone, proseguendo nella valorizzazione delle eccellenze emiliano-romagnole, e non solo. Complice la partecipazione di alcuni cuochi di CheftoChef emiliaromagnacuochi, l'associazione che mette in connessione le migliori espressioni dell'enogastronomia regionale. In un vero melting pot di spunti, suggestioni, passioni ed emozioni.
Si inizia martedì 20 giugno con la cena “C’è Spessore in trattoria”. In cucina? Maria Grazia Soncino de La Capanna di Eraclio di Codigoro (nel Ferrarese); Alberto Bettini dell’Amerigo 1934 di Savigno (nel Bolognese); e Remo Camurani di Ca’ Murani di Faenza (nel Ravennate). Pronti a creare nove piatti capaci di onorare il mare e il vegetale, la caccia e le razze autoctone. Mentre nei calici finiscono le etichette modenesi de La Cantina della Volta. A partire dalle due visioni (e versioni) delle uve lambrusco di Sorbara, vendemmia 2012: in rosa, grazie al Lambrusco Rosé di Modena Spumante Metodo Classico; in bianco, merito del Christian Bellei, altro metodo classico dalle note floreali e fruttate. Per continuare con Il Mattaglio Blanc de Blancs (da uve chardonnay) e con Fermo Pinot Nero (annata 2015) dalla gentil trama tannica e dalle nuance di more e ribes nero.
E dopo il prologo? Via con le jam session: serate a mano libera dove a dettar legge sono solo la spesa del dì le materie prime custodite in dispensa. Messe a disposizione dai sostenitori di Spessore: dalle farine Petra di Molino Quaglia di Vighizzolo d’Este alla mozzarella di bufala campana del caseificio Barlotti di Paestum; dal parmigiano reggiano del consorzio alla mortadella di Federico Orsi di Valsamoggia; dalla pasta di Gragnano del Pastificio dei Campi ai formaggi griffati Cau & Spada di Sassocorvaro; dalle carni della Macelleria Zivieri di Monzuno ai pesci firmati Il Blu d’Igea (Marina). Non dimenticando le birre Baladin di Piozzo, il caffè di Leonardo Lelli di Bologna e l’aceto balsamico tradizionale di Modena di Gambigliani Zoccoli, in quel di Castelfranco Emilia. Per una buona e bella panoramica sul made in Italy.
A rielaborare, rileggere, inventare, mescolare e mixare materia e immaginario? Ben nove chef, fieri di creare e di improvvisare, capitanati da Riccardo Agostini del Piastrino di Pennabilli. Pronto a trasferirsi con la sua brigata di sala e cucina al Povero Diavolo. Che si arricchisce di immensi saperi e sapori, grazie alla presenza di Luigi Taglienti (del Lume meneghino), di Luca Abbruzzino (dell’omonimo ristorante di Catanzaro) e di Christian Milone (della Trattoria Zappatori di Pinerolo), il 21 giugno. E ancora, di Silvio Salmoiraghi (dell’Acquerello di Fagnano Olona); di Giuseppe Iannotti (del Krèsios di Telese) e di Tiziano Rossetti (dell'Osteria l'Angolo Divino di Urbino), il 22 giugno. E di Davide Di Fabio (sous-chef dell’Osteria Francescana di Modena), Francesco Brutto (dell’Undicesimo Vineria di Treviso e del Venissa di Mazzorbo) e Alessandro Rapisarda (del Café Opera di Recanati) il 23 giugno. Per una vera maratona di piatti e pensieri. Da gustare seduti o in piedi, sotto un albero o sotto il cielo.
Mentre in giardino vibra la musica: jazz (soft e soul) e popolare etnica, per la conclusiva soirée. Intanto, i banchi di mescita elargiscono nettari. Siglati da cantine provenienti da vicino e da lontano. Come Villabella di Bardolino, Paraschos di San Floriano del Collio, De Fermo di Loreto Aprutino e Santa Barbara della terra anconetana. E ancora, Fondo San Giuseppe e Vigne di San Lorenzo di Brisighella; Valturio di Macerata Feltria; Podere Vecciano di Coriano; Dei Donà Tenuta La Palazza di Massa di Vecchiazzano; la Fattoria Zerbina e Leone Conti di Faenza; e Orsi Vigneto San Vito di Balsamoggia. Per un caleidoscopico mosaico di genius loci. Ma il campanilismo si faccia da parte. Qui, la condivisione è il vero valore di spessore.
Le serate hanno inizio alle 20.30. L'ingresso è su prenotazione (e a pagamento).