I rebbi affondano nei maccheroncini all’uovo con ragù alla siciliana aromatizzato alla cannella. E la mente vola alle assolate e aristocratiche atmosfere de Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Ma se il cucchiaio pesca il risotto al tè con radicchio rosso e pancetta mantecato alla birra, l’occhio cade sulla ricetta originale, contenuta in Quattro tazze di tempesta di Federica Brunini. E se si volesse assaggiare il crostone di pane nero con burrata e alici? Sarebbe meglio accompagnarlo sfogliando L’amica geniale di Elena Ferrante. Ogni piatto ha il suo libro prediletto. Ogni pietanza ha la sua stanza di carta: alla quali ispirarsi o dalla quale trarre ispirazione. Per assaporare con maggior consapevolezza un cibo, un vino, una birra o un cocktail.
È un vero e proprio literary pairing quello proposto à la carte nell’ultimo nato in famiglia Red, il bistrot-libreria firmato laFeltrinelli e sviluppato insieme a Cirfood (la Compagnia italiana di ristorazione), grazie alla paritetica joint venture FC Retail. Red, come rosso. Che accende di vibrante energia anche la nuova location di Brera, in corso Garibaldi 1, nel cuore di Milano. Red come l’acronimo di Read Eat Dream, a ricordare che di locale esperienziale si tratta. Uno spazio in cui la lettura incrocia intrattenimento ed enogastronomia. Una “casa” dove tenere gli occhi fissi su un volume, ma pure lasciarsi “distrarre” da tutto quello che sta intorno, sopra e sotto.
E il contesto è decisamente affascinante. Visto che il letterario bistrot nasce all’interno di un palazzo risalente ai primi del Novecento. Dipanandosi su due piani, collegati da una scala e da un leitmotiv che intreccia memoria e materiali contemporanei. E lasciando che l’ambiente rammenti gli interni di un iconico condominio meneghino, fra ballatoi, ringhiere in ferro, travature in legno, finestre e piccoli cortili. In un alternarsi di vuoti e di pieni. In un gioco orizzontale e verticale. In un vertiginoso viaggio fra volumi d’arte e architettura, fumetti e saggistica, cucina e storia. Non trascurando la letteratura straniera, i vinili e qualche idea originale di cartoleria.
Un luogo di 350 metri quadrati, dove guardare, riflettere, mangiare, chiacchierare, ascoltare. Oppure soffermare lo sguardo su una delle tante frasi che esplodono a lettere cubitali lungo le pareti, invitando alla meditazione. “I libri sono riserve di grano da ammassare per l’inverno dello spirito”, come si legge al pianterreno, in una citazione di Marguerite Yourcenar. Proprio sul muro vicinissimo alla cucina. Fra tavoli e libri. Libri e tavoli. Ottanta posti a sedere per undicimila titoli disponibili.
Ma attenzione. Il bistrot ha i suoi libri di riferimento. Ordinati sugli scaffali antistanti la kitchen. E il menu? È stato pensato come un book, naturalmente. Grazie a una serie di abbinamenti letterari. “È stato impegnativo. Un lavoro di quasi due mesi che ha coinvolto tutto il gruppo”, spiega Gabriele Allegro, al coordinamento stampa de laFeltrinelli. Ma il risultato è davvero originale. Perché un libro fa compagnia. E può accompagnare persino un pranzo, una merenda, un aperitivo o una cena.
Così, leggendo il Panino al prosciutto di Charles Bukowski anche il tagliere di salumi acquisisce maggior sapore. Mentre il couscous con verdure e menta diventa più interessante lasciandosi sorprendere dallo Stupor Mundi del tunisino Néjib, e ripercorrendo, fra tratti, vignette e speech balloon, le storie dello scienziato arabo Hannibal a Castel del Monte, alla corte di Federico II.
La fregola cacio e pepe? È invece come i Tre Moschettieri di Alexandre Dumas: un mix di ingredienti diversi eppur armonici. E se il burger di fassona piemontese con mozzarella di bufala campana, pancetta, insalata e maionese alla senape conduce là, verso Le otto montagne di Paolo Cognetti - Premio Strega 2017 -, l’insalata di pollo con sedano, scaglie di grana padano riserva, misticanza e maionese alla senape lascia che i pensieri vengano scompigliati dal Vento scomposto di Simonetta Agnello Hornby, che ritrae la City con timbro appassionatamente italiano.
Evoca invece la Côte d’Azur e le atmosfere del Liberty Bar di Georges Simenon il filetto di merluzzo con crema al vermouth Cinzano, capperi e verdure spadellate. Mentre il guazzetto di frutti di mare al pomodoro par sentire l’eco di Moby Dick by Herman Melville: “Era una zuppa di piccole cozze succose, appena più grosse delle coccole, mescolate con gallette peste e porco salato a scaglie sottili, il tutto arricchito di burro e abbondantemente condito con pepe e sale”.
Leonardo Sciascia e Gli zii di Sicilia sono poi tutti lì, dentro il cannolo con crema di ricotta e scaglie di cioccolato. Ed è gustando una crêpe al miele che si apprezza ancora di più La vita segreta delle api di Sue Monk Kidd, fra amarezza, metafore e dolcezza.
Miele. Che ritorna, misto all’amaro e all’albicocca, nella “Bibock” del Birrificio Italiano di Limido Comasco. Una birra elegante e prepotente, gentile e irriverente, come un altro testo di Charles Bukowski: il Compagno di sbronze. Mentre i vini firmati Ferro13, cantina veronese fuori dal coro, valgono bene la lettura di John Fante e della sua La confraternita dell’uva. Il Prosecco “The Boss”, il toscano Sangiovese “Hacker”, il pugliese Negroamaro “Hipster”, il Nero d’Avola “Nerd”, il Pinot Grigio delle Venezie “The Lady” e il Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese “Gentleman” starebbero volentieri in ascolto.
E se un buon amaro va sorseggiato sfogliando La briscola in cinque di Marco Mavaldi, immedesimandosi in uno dei protagonisti del BarLume, il Daiquiri catapulta fra le parole de I quarantanove racconti di Ernest Hemigway. Mentre il Vodka Tonic assomiglia alla lettura limpida e vigorosa dell’Educazione siberiana di Nicolai Lilin e il Gin Tonic fa fare un tuffo nelle sfavillanti descrizioni di Francis Scott Fitzgerald nel Grande Gatsby. E se il Cuba Libre fosse un libro? Sarebbe un’opera sensuale e carnale quale la Trilogia sporca dell’Avana di Pedro Juan Gutiérrez.
Hasta la vista. Il bistrot libreria di Brera è aperto dal lunedì al giovedì, dalle 7.30 alle 23; il venerdì dalle 7.30 alle 24; il sabato dalle 10 a mezzanotte; e la domenica dalle 10 alle 23. È il quinto Red della metropoli lombarda. Gli altri sono in piazza Gae Aulenti, nel quartiere Porta Nuova; a CityLife, in piazza Tre Torri; in viale Sabotino e a Scalo Milano, lo shopping village di Locate Triulzi.