«Oggi la comunicazione si è fatta sintetica. Si alimenta soprattutto di immagini e coinvolge la vista. Ma dal momento che i social rappresentano quello che gli altri vedono di me, lo scatto non deve essere fatto a caso. Deve contenere un pensiero. Perché l’empatia inizia proprio da una fotografia fatta bene», commenta il direttore marketing di Molino Quaglia Piero Gabrieli, nell’ultima edizione di PizzaUp. «E nelle immagini i movimenti contano molto di più di una pizza o di una pietanza ritratta perfettamente. Perché sono i gesti a comunicare l’anima dell’artigiano. Io devo veicolare che non faccio solo una pizza, ma che sono parte di una filiera sostenibile, che inizia dalla terra e giunge alla tavola».
Una case history da prendere a esempio è quella dei giovanissimi Alessandro Tartaglia e Simone Mascagni. Ingegnere meccanico il primo. Creativo pubblicitario il secondo. Due romani approdati a Milano, in Porta Romana. Insieme hanno fondato Al.ta Cucina, una startup che coinvolge Facebook, Instagram, You Tube (e pure una pagina web) e che mette sotto i riflettori - o meglio, sotto la telecamera - una ricetta di cucina italiana al giorno. Proponendola in un video di un minuto, in cui tutto viene ripreso dall’alto. «L’utente ha modo di seguire velocemente i passaggi della lavorazione, così da poterla replicare facilmente a casa», spiega Alessandro. Risultato? Un successo, confermato da un’affezionata e copiosa community. «Naturalmente abbiamo stabilito un linguaggio e criteri precisi, pronti a rispondere ai paradigmi di semplicità, golosità e fantasia. Non trascurando la presentazione finale del piatto. Che, per attirare, noi posizioniamo all’incipit del video», prosegue Tartaglia.
Insomma, va bene la ricetta, purché sia raccontata in modo smart, gioioso e dinamico. Formula che potrebbe essere applicata alla pizza. Tant’è che i due ragazzi hanno già aperto due gruppi privati più verticali (su Facebook): Chef per Passione e Pizza per Passione. Sempre by Al.ta Cucina. «Ora porteremo i nostri contenuti anche all’estero. Per far conoscere al mondo la cucina italiana. E stiamo progettando dei lungometraggi per raccontare i prodotti made in Italy. Il nostro segreto? Trasformare le critiche in dialogo positivo», insegna Simone. Per seguirli: #ItaliansDoEatBetter.
Intanto, anche la tivù s’è accorta della pizza. Anzi, ha messo pizza e pizzaiolo al centro di un programma andato in onda su La7, ogni domenica alle 11.30: Mica Pizza e Fichi, con la conduzione di Nicola Prudente, alias Tinto. «Abbiamo eletto la pizza a protagonista perché è un piatto che piace al nord e al sud, agli uomini e alle donne, ai bambini e agli adulti, ai cristiani e ai musulmani, ai vegani e agli onnivori. Raccontandola in un format trasversale. In cui un personaggio famoso si mette in gioco non solo con la preparazione, ma pure con il servizio in sala», precisa Tinto. Il tutto con la complicità di un pizzaiolo guest star e del pizzaiolo resident della capitolina Osteria di Birra del Borgo (dove sono andate in scena le riprese): Luca Pezzetta, entrato a far parte del prestigioso circuito dei Petra Selected Partners. E recentemente incoronato “Miglior Chef Pizzaiolo” dalla Guida ai ristoranti d’Italia, Europa e Mondo di Identità Golose 2020. Attori della prima serie: Simone Padoan, Renato Bosco, Alessio Mattaccini, Sergio Russo, Antonio Polzella, Gianni Di Lella, Gino Sorbillo, Francesco Martucci, Paola Cappuccio e Petra Antolini. Facenti parte del gruppo Donne di Pizza Donne di Cuore. Un format di successo che tornerà: con una trentina di puntate sui canali web di La7 e con dieci puntate televisive. Il prossimo autunno. Basta rimanere sintonizzati.
Foto di Thorsten Stobbe
Foto della premiazione di Luca Pezzetta by Brambilla-Serrani