Per fare l’olio? Ci vuole un albero, che abbia anima e radici profonde. E ci vogliono pure contadini e produttori che sappiano amare la terra e raccoglierne i frutti. Per trasformarli in eccellenze. Perché l’olio è sinonimo di vita. Quella dell’ulivo: da cui tutto nasce. E quella dell’uomo: che plasma con le mani (e con la passione) le olive.
Torna a far focus sui condimenti per il corpo e per la mente Olio Officina Festival, la tre giorni - ormai giunta alla sua settima edizione - ideata e timonata dall’oleologo, scrittore, giornalista ed editore Luigi Caricato. Di scena al Palazzo delle Stelline di Milano dall’1 al 3 febbraio. La locandina? Traccia l’immagine di un albero antropomorfo. Quasi in un’identificazione dell’uomo nell’ulivo. E viceversa.
Olio e aromatici complici di companatico non più intesi come commodity, bensì come ingredienti in grado di portare quel quid in più alla cucina. E pure alla cultura del savoir-vivre. Olio come materia fluida in movimento, capace di arricchire e valorizzare pietanze e circostanze. Olio come esperienza totale.
Ecco allora un festival che dell’extravergine, delle olive da tavola e degli aceti indaga qualità, peculiarità e versatilità. Anche grazie a una serie di sessioni intitolate “Saggi Assaggi”: degustazioni guidate alla scoperta dei profili sensoriali… anche di oli di semi nobili e oli aromatizzati. Per una più ampia panoramica sul sapore. E poi? Ci sono le lezioni - di un’ora e mezza - sugli oli autoctoni, forti del loro legame territoriale. Per una full immersion nelle dop Riviera Ligure e Garda. Che, sotto la griffe del Frantoio Fratelli Turri di Cavaion Veronese, è fiera di mettersi in gioco in un vis à vis con la carne, targata dal maestro macellaio Bruno Bassetto. Perché anche la tenerezza necessita di “energia” fluida.
E ancora, la “Tavola rotonda… a tavola” con l’azienda Pietro Coricelli e i laboratori interattivi di “Blending Experience” targati dall’oleificio cremonese Zucchi. Per imparare a creare il proprio blend partendo da differenti cultivar.
Ricco il programma, che mette in carta pure incontri, dibattiti, salotti letterari e momenti di approfondimento. Non dimenticando certo il design, anello di congiunzione fra prodotto e consumatore. Anzi, con il concorso internazionale “Le forme dell’olio” si vanno proprio a premiare i packaging, le etichette e le immagini comunicative dell’olio. Mentre gli appassionati collezionisti possono godere di ben due annulli filatelici: uno dedicato all’albero secolare e uno agli olivicoltori. E se nell’oleoteca si può acquistare una selezione di oli presenti alla kermesse, alla Libreria Il Domani si possono trovare opere di saggistica e narrativa a tema.
E l’arte? Come potrebbe mancare. Con Olio d’artista. Atto terzo le latte d’olio sono reinterpretate in chiave creativa sotto la regia di Francesco Sannicandro. Intanto, nel chiostro campeggia il Bosco di Ulivi. Ritratti da Doriano Strologo nelle loro varie forme di allevamento: vaso policonico, vaso cespugliato, globo, monocono e ipsilon. E si scorgono pure gli alberelli-sculture per appetizer di Alba Rosa Mancini. Mentre copricapi svolazzanti, ispirati al tema “Io sono un albero” e indossati dagli artisti di Arte da mangiare mangiare Arte, allietano l’evento. Che si arricchisce della performance Dipingere ad l’olio e della pièce teatrale by Antonio Pascale Quattro lezioni sentimentali, quattro donne, quattro diversi modi di amare.
Giovedì 1 febbraio l’ingresso è libero, dalle 16 alle 20.30. Venerdì e sabato l’entrata ha un costo di 15 euro al giorno, e va dalle 9.30 alle 20.30.