Uno spazio sospeso. Fra il qua e il là. Il vicino e il lontano. La rassicurante certezza del restare e la vibrante emozione del partire. L’hinc et nunc e quel che sarà. Così è Obicà Centrale, un luogo urbano nel cuore della Stazione Centrale di Milano. Per raggiungerlo? Basta salire le scale posizionate a latere dei gate che conducono ai treni. Per poi lasciarsi conquistare da una visuale davvero originale: sui binari paralleli che paiono correre verso l’infinito.
Un ambiente metropolitano decisamente iconico. Radicato in città ma teso verso il viaggio. Nutrito di materia e di immaginario. Di genius loci e di respiro cosmopolita. Come del resto tutti i locali facenti parte di una realtà nata a Roma, grazie all’intuito del founder Silvio Ursini. Che, illuminato sulla via del Sol Levante, decide di aprire il primo Mozzarella Bar nel 2004, puntando i riflettori su freschezza e genuinità degli ingredienti. E tenendo come filo conduttore mediterraneità e convivialità. Tant’è che Obicà è fra i primi brand a introdurre i tavoli social. Mettendo in primo piano il valore della condivisione.
Il tutto senza mai dimenticare il senso del luogo. Perché tutti e 24 i locali - di cui dieci in Italia, quattro a Londra, cinque negli Stati Uniti e cinque in Giappone - sono profondamente legati all’habitat di cui fanno parte. Mutuandone peculiarità e caratteristiche. In modo da mantenere una forte identità di fondo, ma esibendo ogni volta una personalità spiccata e distintiva.
Così sono le guglie della Cattedrale meneghina a far da cornice a Obicà Duomo, al settimo piano della Rinascente; la ferrovia a entrare nello scenario di Obicà Centrale, e un raffinato mood artistico a plasmare Obicà Brera. Mentre Obicà Malpensa si integra perfettamente con la dinamicità dell’hub internazionale e Obicà Serravalle offre un’oasi di relax agli amanti dello shopping.
E a Firenze? Obicà ripete il suo partenopeo “Eccolo qua!” posizionandosi proprio al centro della città: nell’esclusiva via de’ Tornabuoni. In un contesto storico e affascinante.
Tre anche le insegne capitoline. Due nella Città Eterna: in piazza Campo dei Fiori e a due passi da Montecitorio. E una all’interno del Castel Romano Designer Outlet.
Mentre a Palermo, Obicà sale di nuovo al quarto piano della Rinascente. Per dominare i tetti del capoluogo siciliano.
Gli ambienti? Confortevoli e avvolgenti, alimentati da materiali naturali, quali legno massello, vetro, ferro e marmo. Per una coerenza che permea design e offerta gastronomica. Pronta a far focus sulla mozzarella di bufala campana, rigorosamente dop e proveniente da Battipaglia. Protagonista anche della nuovissima carta estiva. Proposta in tutte le insegne italiane e inglesi.
Pietanze - alla cui messa in opera ha contribuito l'executive chef Lorenzo Acerbi - rigeneranti, coloratissime, riconoscibili e ambasciatrici delle diverse regioni del Bel Paese. Per un grand tour attraverso lo Stivale. A partire dai white tasting di mozzarella di bufala: delicata, intensa e affumicata. Per passare attraverso la stracciatella e la burrata pugliesi e incontrare il salame d’oca, la ventricina del Vastese (un presidio Slow Food), la bresaola della Valtellina e il prosciutto cotto alla brace. Perfetti se accompagnati con una focaccia all’origano e sale marino di Trapani o al basilico e pomodorini datterini. Focacce di alta qualità, figlie delle farine di Molino Quaglia.
Piatti ideali anche per un gustoso sharing. Per assaggiare di tutto un po’. Sperimentando una proposta variopinta e variegata. Che spazia dalla caponata siciliana alle polpettine di manzo e salsiccia in salsa di pomodoro piccante; dalle crocchette di tonno e ricotta con battuta di pomodoro perino alla mozzarella in carrozza; dalle mozzarelline in panatura di couscous sino alla millefoglie di verdure con casatica di bufala. “Le prendiamo da un caseificio della Bergamasca”, precisa Fabio Cannas, assistant operation manager Italy. Confermando la sempre attenta selezione delle materie prime.
Da non perdere? Il gazpacho italian style con pomodoro bio e stracciatella; la millefoglie di bresaola di tonno pinne gialle con pane carasau, stracciatella e pistacchi siciliani, per un omaggio a Sicilia e Sardegna; l’insalata di riso nero artemide con cereali e salsa allo yogurt di bufala; e il roast-beef di bufala (animale che non dà solo latte, ma pure carne) su letto di verdure croccanti, pomodori datterini gialli, soncino e salsa all’aceto balsamico. Per chi ama sostanza e leggerezza.
E ancora, il burrata burger con pancetta affumicata, avocado, peperoni, senape al sedano e mela e patate arrosto, nonché la pasta: dalla lasagnetta al pesto con patate e fagiolini ai ravioli ripieni di ricotta, mozzarella e limone; dai tagliolini al tartufo nero estivo agli schiaffoni con pomodoro bio e mozzarella, sino alle caserecce - al pesto di melanzane e stracciatella - del Pastificio Gentile di Gragnano. Essiccate lentamente, seguendo il cosiddetto “metodo Cirillo”, affinato dall’omonimo ingegnere di Torre Annunziata, replicando quel processo naturale capace di sfruttare l’energia del sole e la forza del vento.
E lentamente maturano e lievitano le pizze. Realizzate - come per la focaccia - con le farine del molino estense: Unica e Petra 3 per la versione “classica”, e Petra 9 per la declinazione total integrale. In carta: la pizza con pesto, stracciatella, mozzarella di bufala e olive taggiasche; quella con ’nduja di Spilinga, stracciatella, pomodoro bio e basilico fresco; e quella con salmone affumicato delle Isole Orcadi, mozzarella di bufala, limone e finocchietto. Per un viaggio che va dal Mediterraneo al Mare del Nord. A cui si aggiungono le pizze con tonno e peperoni, prosciutto cotto e carciofi, e prosciutto di Parma.
Pizza. Proposta anche per l’aperitivo, in genere dalle 17 alle 20. Sempre dalla particolare foggia ovale, ma in formato leggermente più piccolo. Una “pizzetta”, ottima compagna di un calice di vino, di una birra o di un cocktail. Drink che portano il twist del bar manager Felice Loprieno. Voilà, il “Risciò”, con Aperol, Biancosarti e Crodini; il “Pepper Daiquiri”, mix di rum bianco, Frangelico, ananas, albume, lime, zucchero e pepe rosa; e il “Free & Fizz”, summa no-alcol di cetriolo, limone, lime, arancia, ginger ale e zucchero.
E per chi ama il dolci? Migliaccio con salsa ai mirtilli, crema di ricotta di bufala, pesche sciroppate e mandorle, torta caprese con gelato e semifreddo alla meringa con caramello salato. Non scordando una cosa: per ogni “Gran Degustazione” (di mozzarelle) ordinata, 2 euro vengono devoluti alla Fondazione Francesca Rava - NPH Italia Onlus, in prima linea nel sostegno di tutti quei bambini che vivono in condizioni di profondo disagio.
Perché Obicà significa solidarietà. E pure sostenibilità. Certo. Le insegne italiane e Oltremanica hanno infatti già rinnovato i contenitori per l’asporto, anticipando le norme europee che entreranno in vigore nel 2021. Una sensibilità per l’ambiente che si traduce in pack realizzati in materiale vegetale, rinnovabile ed ecocompatibile, come la polpa di cellulosa (compostabile e biodegradabile) e la bioplastica PLA, polimero derivato dall’amido di mais o dalla canna da zucchero. E persino i box per la pizza sono in cartone riciclato e alluminio riciclabile. Per rallentare il raffreddamento della pizza, mantenendone inalterato il gusto.
Da segnare in agenda: il party rock di venerdì 14 giugno (ore 19) da Obicà Serravalle, all’interno del celeberrimo Designer Outlet. Una serata ruggente, con tanto di live cooking by Alessandro Borghese e rock band pronta a ricalcare le tracce di Jimi Hendrix, The Doors, Led Zeppelin e Pink Floyd. Assaporando zeppole, mini rock burger e roast-beef di bufala. Il costo di partecipazione è di 30 euro, inclusa la degustazione di due drink (previa prenotazione).
Foto di Alberto Blasetti