“Il vino italiano è cresciuto. Anche a livello di qualità riconosciuta. Ma è bene comprendere una cosa: la leadership passa attraverso il concetto di identità. Che deve essere chiara e distintiva”, precisa Roberta De Sanctis, docente al Wine Management Lab della SDA Bocconi.
Identità, dunque. Il che significa personalità, radici, origini, territorio e memorabilità. Sì, perché un vino deve essere in grado di farsi ricordare. Nonché di creare occasioni di consumo. Come ben sa fare il nuovo nato nella famiglia Lorenzon, sotto il brand de I Feudi di Romans, la linea più prestigiosa della cantina che ha sede a San Canzian d’Isonzo, in provincia di Gorizia e nel cuore della doc Friuli Isonzo. Per capirci: alla stessa latitudine del sud della Borgogna, di Cognac e dell’Oregon. Solo che qui c’è il fiume “sacro” a far la differenza. E a regalare quell’abbondante e fertile argilla erosa dalle terre del Collio e poi donata alle vigne. Protette dall’aspro altopiano del Carso, sfiorate dalle brezze dell’Adriatico, baciate dal sole e solleticate dalla bora fredda e secca dei Balcani.
Un microclima unico, che favorisce una viticoltura dalle nuance mediterranee. Le stesse che caratterizzano il neonato "Sontium", il vino intitolato al sontuoso Isonzo. Tanto da portarne in etichetta sia l’antico nome sia le chiare, fresche e dolci acque smeraldine. Un nettare energico e intenso. Che dal fiume mutua pure forza, limpidezza e luminosità. A cui si aggiunge il profondo significato della diversità. Che, qui, in terra di confine, ha un valore immenso. Perché vuol dire cultura, contaminazione, condivisione. E il Sontium è interazione. Una cuvée capace di sintetizzare pinot bianco - che ha fermentato in tonneaux da 500 litri, di cui una metà nuove e una metà di secondo passaggio, per una marcatura non troppo potente del legno -, friulano, malvasia e traminer aromatico. Tutte uve raccolte rigorosamente a mano da esperti vendemmiatori, che selezionano solo i grappoli dei vigneti più vecchi.
“Il Sontium è un traguardo. Il risultato perfetto del connubio fra lavoro in campagna e in cantina”, spiega Nicola Lorenzon, fratello di Davide e figlio di Enzo, il fondatore e presidente dell’azienda (creata nel 1974). Enzo che ha saputo cogliere l’eredità di suo padre Severino - che acquistò i terreni negli anni Cinquanta - per trasmetterla ai suoi figli Nicola (direttore commerciale e marketing) e Davide (enologo e responsabile di produzione). Una famiglia unita, attiva in un’azienda agricola che conta settanta ettari di terreno, una cantina di nuova generazione - impegnata nella riduzione agli sprechi e nella tutela ambientale - e una produzione di circa 500mila bottiglie all’anno. Esportate in 24 Paesi, fra cui Russia, Stati Uniti, Australia, Brasile, Cina e Giappone.
Una maison glocal, che con la limited edition Sontium ha voluto far focus sul senso local. Producendo un’etichetta identitaria e iconica. “Dal naso invitante, fine e complesso. Grazie a note floreali, fruttate e speziate. Talvolta citrine e mielate”, puntualizza assaggiandolo Fiorenzo Detti, presidente Ais Lombardia. Un vino affascinante, indubbiamente. Ma pure lungo, persistente ed elegante. Sapido e aromatico. Ideale in accompagnamento a crostacei, pesci al forno, carni bianche e risotti. Come quello alla rosa di Gorizia e noci preparato da Enzo per il debutto ufficiale dell’etichetta "fluviale". Avvenuto in un luogo crossover di culture: la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano.
Un nuovo cult il "Sontium", che si aggiunge ad altri highlights della friulana azienda agricola. Come il delicato Friulano, il nobile Sauvignon e il rubino e fragrante Refosco dal Peduncolo Rosso, tutti griffati I Feudi di Romans e tutti siglati dalla doc Friuli Isonzo. E per chi ama il perlage? Voilà la raffinata e brillante Ribolla Gialla in versione spumante, firmata Lorenzon.
Foto della serata di Frabice Gallina