Condivido il pensiero di Paolo Marchi quando, nell’introduzione all’ultima newsletter di Identità Dolce, confessa la sua predilezione per la parola contaminazione. Perché, a differenza del termine integrazione - che ammetto anch'io di non sopportare molto - la contaminazione contiene ricchezza, positività, energia, audacia, lungimiranza. Contaminazione è sinonimo di incontro, dialogo, confronto e scambio di idee, opinioni e riflessioni. La contaminazione non prevede la prevaricazione dell’uno o dell’altro, e neppure la sottomissione dell’uno all’altro. Integrazione è misera uguaglianza. Contaminazione è preziosa diversità. Per spiegarla con i numeri: integrazione è come dire 1 + 1 = 1. Contaminazione è invece 1 + 1 = 3.
Figuriamoci poi se gli addendi dovessero aumentare. Il risultato sarebbe esponenziale. Come accade per un gruppo dinamico più che mai, fiero di portare avanti un discorso che prende spunto dalla lievitazione per divenire amicizia, rispetto, cultura, socializzazione, educazione, sensibilizzazione. Un’associazione che parte da farina e lievito madre per aprire la mente e contagiare sapori e saperi. Tenendo i piedi ben saldi per terra e mescolando con le mani studio, ricerca, sperimentazione, creatività e passione. Il suo nome? Pizza & Peace: quartier generale a Firenze, un nucleo di pizzaioli fondatori e ormai innumerevoli proseliti. “Siamo passati da cinque a venti in un solo anno”, spiega Massimo Giovannini, patron dell’Apogeo di Pietrasanta e uno dei founder. Insieme a Graziano Monogrammi della Divina Pizza di Firenze; Paolo Pannacci de Lo Spela di Greve in Chianti; e Giovanni Santarpia. Tutti Petra Selected Partners. E tutti toscani. “Siamo partiti dai soci più vicini, ma la nostra associazione non vuole avere confini. L’intento è quello di allargarci. Altrimenti verrebbero meno il concetto e il valore di fondo”, spiega Massimo. Presidente della squadra, che conta pure un segretario-tesoriere quale Beatrice Menichetti.
Ed è proprio l’associazione a firmare due serate dal titolo “Contaminazioni di Pizza”. All’Apogeo pietrasantino, il 30 e il 31 luglio. Più smart e dinamico il primo appuntamento. Più formale e forbito il secondo evento. Ma pensati entrambi per diffondere un messaggio di qualità che trova linfa proprio nella diversità. Un po’ come fa Petra Evolutiva, la farina emblema della varietà. Figlia di un miscuglio di grani teneri: messi a punto in Siria - all’International Center of Agricultural Research in the Dry Areas di Aleppo - e trapiantati, acclimatati e ambientati in Sicilia. Figlia di un incontro fra sud e nord, fra contadini e mugnai: quelli di Simenza - cumpagnìa siciliana sementi contadine e quelli di Molino Quaglia di Vighizzolo d’Este. E figlia pure di culture diverse e per questo ricca di nutrienti. In tutti i sensi.
A parlarne saranno proprio Chiara Quaglia e Piero Gabrieli - amministratore delegato e direttore marketing del molino estense - in una tavola rotonda (alle ore 18) che darà voce a tutti i partner della serata. “Pensata anche per presentare ufficialmente le new entry di Pizza & Peace”, svela Giovannini. Il che significa Tommaso Vatti della Pergola di Radicondoli; Renato e Riccardo Pancini dell’aretino Al Foghèr; nonché Agostino Figliola dei Fratelli Cuore, Marco Manzi di Giotto e Raffaele Menna di Mamma Napoli, tutti a Firenze. E ancora, Massimiliano Ciaffone delle Simpatiche Canaglie di Rosignano Marittimo e Antonio Polzella della Ventola di Vada, entrambi in terra livornese; Fabrizio Giovannini del Pachino viareggino; Cristiano Diodato della pratese Pizza di Rebe; Roberto Muscas del pisano Gusto al 129; Giovanni Saviozzi della Farina del mio sacco di Cascina, sempre in provincia di Pisa; Gabriele Tonti e Stefano Degli Innocenti del Ghèvido di Sesto Fiorentino; e Mirco Giuntini del MangiaRé di Signa, sempre sotto l’egida fiorentina.
Tutti uomini? Sì, ma il 30 luglio (dalle 19) ci saranno anche le Donne di Pizza Donne di Cuore, capitanate da Petra Antolini del Settimo Cielo di Pescantina, in provincia di Verona. “Le altre ragazze”, come le chiama confidenzialmente mister Giovannini, sono: Paola Cappuccio della partenopea Pizza Verace di Portici; Marzia Buzzanca dell’aquilana Percorsi di Gusto; Enrica Causa della Rustica di Galzignano Terme, Vicenza; Claudia Tosello dell’Arcobaleno di Palazzo Corni (frazione di San Martino di Venezze) ed Eleonora Massaretti del Basilico Rosso di Castelmassa, entrambe in terra rovigotta; nonché Marina Orlandi e Giovanna Baratella della ferrarese Slurp - da Mary e Giò. Un gruppo coeso e coraggioso, animato dallo stesso spirito di complicità, convivialità e solidarietà che nutre Pizza & Peace. E per questo assoluto co-protagonista della serata.
Una serata volutamente friendly, durante la quale i pizzaioli saranno suddivisi in un poker di squadre, al fine di creare quattro pizze dai differenti impasti, strutture e farciture. Ecco allora la pizza al padellino, messa a punto con Petra Evolutiva e tante verdure di stagione; la pizza in teglia, con merluzzo, friggitelli e olio all’aglione; la pizza in pala con patate e salumi; e la Margherita un po’ speciale. Per rendere onore a una Toscana sempre più contemporanea. Il bello? Che ogni degustazione (a 10 euro) prevede un assaggio di tutte e quattro le pizze. Per un tour completo fra terra e mare. Cui fa da complice il Birrificio del Forte. Locale che più locale non si può.
Cambio di registro il 31 luglio. Quando le atmosfere si fanno più soft, per accogliere una cena placé. Con tanto di sommelier Fisar - Delegazione Versilia a servire i vini friulani di Aquila del Torre (di Povoletto), quelli umbri di Benedetti & Grigi (di Montefalco), e quelli toscani della Fattoria Sardi (di Lucca) e della Tenuta del Buonamico (di Montecarlo).
A far da prologo alla soirée? Un aperitivo siglato Florence Cocktail Week e griffato dal bartender Ricardo Salgado del Garnish di Viareggio. Mentre Giuseppe Mancino del bistellato Piccolo Principe - sempre di Viareggio - metterà a punto una serie di entrée gourmet. A buffet. Tenendo fede al tema vintage dell’appuntamento: ossia la rilettura odierna dei grandi classici.
Ecco perché Massimiliano Prete del Gusto Divino di Saluzzo, nonché del Gusto Madre di Alba e Torino, proporrà la sua pizza al vitello tonnato con brunoise di verdure crude.
Ed ecco perché Gianfranco Iervolino del 450 Gradi di Pomigliano d’Arco presenterà la sua visione della pizza fritta: il “Lapillo del Vesuvio", una montanarina al nero di seppia con gambero, burrata e carciofo arrostito. Mentre i founder di Pizza & Peace realizzeranno un'altra coppia di delizie lievitate. E contaminate.
E al dessert? Ci penserà Stefano Gatti de Il Fornaio di Viareggio, portando il suo Pan d’Estate. Solare, fragrante e goloso. Prezioso di pesche, albicocche e di un profumato elisir: un'infusione di malva, ginseng, fiori di melagrana e petali di rosa.
La serata avrà inizio alle 19.30 e prevede un costo di 60 euro a persona. Il ricavato verrà infatti devoluto in beneficenza a Dynamo Camp, onlus impegnata nell’organizzazione di soggiorni di terapia ricreativa. Destinati a bambini o a ragazzi malati, in cura o in periodo di post ospedalizzazione.