La birra è una cosa seria. Va spillata con saggezza. E sorseggiata con destrezza. “Gomito alzato fino all’altezza della spalla. Occhi rivolti al cielo. E via a bere solo la parte liquida, senza toccare la schiuma”, spiega Francesco Reale: una voce prestata alla radio e alla televisione e una mente concentrata su bionde, brune e rosse. Specialmente belghe. Attrici ufficiali del locale che conduce, insieme al socio Antonio Di Lello: la Brasserie Bruxelles. Un sancta sanctorum del brassicolo stile belga a Milano. Uno spazio interamente votato alla qualità, che celebra i primi dieci anni d’attività. Con una festa lunga dieci giorni.
Le celebrazioni, partite ufficialmente giovedì 24 maggio, proseguono infatti fino a sabato 2 giugno. Come? Con un tema diverso tutte le sere. Così, dopo aver ospitato le cover rock di Alteria, i riflettori sono stati puntati su due rosse delle Fiandre dall’energica personalità. Due fiamminghe di gran razza, acide e vigorose. Due sour ale quali la Oud Bruin by Omer Vander Ghinste e la Grand Cru di Rodenbach. Entrambe maturate in botte: un po’ dolce e poco amara la prima, che vanta morbidi toni ammarascati; più acidula, aspra e complessa la seconda. A guidare la degustazione? Un vero esperto come Michele Camastra.
E dopo una serata in compagnia delle storiche birre d’abbazia Affligem, domenica 27 maggio tocca alla disfida delle Ipa, ossia le India Pale Ale. E il certame è fra la californiana Lagunitas e la scozzese Punk Ipa di Brewdog. In abbinamento a un hamburger ideato ad hoc.
Lunedì 28 maggio, alle 19, il palcoscenico è invece tutto per la presentazione del libro di Trenta Editore Semplicemente Toast - 50 Ricette Gourmet. Per assaggiare alcune delizie raccontate nel volume, insieme alla sua autrice Monique D’Anna. Musica live poi martedì 29 maggio, in compagnia del duo acustico GL.EM (Giulio Larovere ed Enrico Meloni), pronto a ricalcare le tracce dei Beatles, dei Police, degli Oasis e di Bob Marley. E nella notte di luna piena di mercoledì 30 maggio? Via libera alle Lupulus Blonde e Hopera (dal pronunciato aroma luppolato).
Serata dedicata al sound live degli Officina Acustica giovedì 31 maggio, mentre le triple trappiste divengono protagoniste di venerdì 1 giugno. Grazie a un tasting, sempre condotto da mister Camastra, che mette sul tavolo la Westmalle e la Chimay. E per i più arditi non manca la possibilità di assaggiare una birra misteriosa e di compilare una scheda. Per poter vincere un premio speciale. Infine, sabato 2 giugno, musica con i Teka P, in una miscellanea che concentra brani in dialetto meneghino e note internazionali.
Una settimana vivace quella della Brasserie Bruxelles, che propone, sette giorni su sette (dalle 18 alle 2 di notte), birre belghe (ma non solo) di assoluta eccellenza. Il che significa anche etichette vintage e rarità. Più di centinaio in bottiglia, alle quali se ne aggiungono dieci alla spina. Un impianto in acciaio splendido splendente, recentemente rinnovato seguendo i diktat di Francesco. Che ha le idee decisamente chiare. “Usiamo la spillatura dinamica, seguendo rigorosamente il metodo belga”, precisa. Rivelandosi palesemente intransigente su questo delicato iter brassicolo. Che parte dai fusti conservati in cantina, in una cella frigorifera, alla temperatura controllata di 15 gradi centigradi.
E dopo? Via che la birra - grazie alla spinta data dall’anidride carbonica - passa per serpentine ghiacciate, "geneticamente modificate" su indicazione di Reale. “Le ho volute circolari, non quadrate. In modo tale che il loro percorso sino al rubinetto sia sinuoso, sereno e tranquillo”. Quasi in perfetta armonia con la filosofia del feng shui. E una volta che la birra giunge a destinazione? “La spilliamo, eliminando la prima parte. Poi la versiamo nel bicchiere, sino a colmarlo. Infine, tagliamo di netto la superficie della schiuma. Perché è lì che si concentra la CO2”.
Ma non finisce qui. Anzi, il miracolo accade proprio nell’attimo che precede la spillatura, dedicato al lavaggio del bicchiere. Che avviene in lavastoviglie. E che prosegue nel lavandino, a mano. A colpi di spazzole speciali, che paiono ricci di mare galleggianti in acqua, preziosa di un detergente speciale. Assolutamente senza brillantante. “Perché il brillantante ammazza la schiuma, che è invece la coltre protettiva della birra”, commenta Reale. Così il bicchiere torna pulitissimo, senza grasso alcuno. “Come Bormioli Rocco l’ha fatto". La CO2 non persiste. "E la birra non gonfia e diviene leggera e digeribile”. Anche perché Francesco insegna pure il modo corretto di berla. Lasciando la schiuma nel boccale.
E per far ancora più bella (ops, belga) la vita? La Brasserie Bruxelles propone piadine, hamburger e intriganti bruschette. Come quella con mozzarella e alici.