Andare avanti. Ripartendo dalle origini. Pensare al domani. Non dimenticando il passato. Compie i suoi primi 25 anni Jre Italia e punta dritto al futuro ricordando le sue radici. Che affondano nell’anno 1993, quando un ristoratore come Walter Bianconi intuì che quell’associazione nata in Francia a metà degli anni Settanta avrebbe potuto trovar terreno fertile pure in Italia. Non fu semplice. Ma Walter ci riuscì. E il gruppo diede i suoi frutti. Una formazione eterogenea ma coesa quella dei Jre del Bel Paese, guidata dal presidente Luca Marchini. Un gentiluomo con le idee chiare. Convinto della forza del team. Perché: “Da soli non si fa nulla”. Mentre insieme si vola. E lo ribadisce in occasione del congresso nazionale, pronto a celebrare il quarto di secolo dell’associazione allo Sheraton Parco de’ Medici Rome. Sì, Roma, la Città Eterna. A sottolineare il messaggio universale del cibo. Che è popolo, comunione, cultura. E che, come l’arte, non ha bisogno di traduzione.
Ma sul palco mister Marchini non è solo. Con lui alcuni past president come Moreno Cedroni, Marco Bistarelli e Andrea Sarri. Nonché il presidente europeo
Ernesto Iaccarino, al timone - col resto della famiglia - del Don Alfonso 1890, a Sant'Agata Sui Due Golfi. Ernesto, fiero di rammentare l’importanza di tutta la filiera alimentare. “Noi senza i nostri artigiani non faremmo quello che stiamo facendo”.
E i Jeunes Restaurateurs stanno facendo molto. Uniti e convinti della loro mission, nutrita di passione infinita. A partire dal super board, capitanato da Marchini, patron de L’Erba del Re di Modena. Voilà Marcello Trentini del torinese Magorabin (vicepresidente); Stefano De Lorenzi del Due Mori di Asolo (segretario e tesoriere); e i consiglieri Aurora Mazzucchelli del ristorante Marconi di Sasso Marconi, Alberto Faccani del Magnolia di Cesenatico e Filippo Saporito della Leggenda dei Frati di Firenze.
E se in Europa i Jre associati sono 350 distribuiti in 15 Paesi, in Italia il loro numero sale a 89, grazie a sei insegne new entry, per sette chef patron totali, tutti under 42 - conditio sine qua non per l’ingresso nella prestigiosa associazione. Ecco allora Manfred Kofler di Culinaria im Farmerkreuz, a Tirolo, fra i paesaggi altoatesini; Oliver Piras e Alessandra Del Favero - coppia in cucina e nella vita - dell’Aga (che in ladino vuol dire acqua) di San Vito di Cadore; Davide Maci del The Market Place di Como; Nikita Sergeev, un russo nelle Marche, a L’Arcade di Porto San Giorgio; Fabiana Scarica di Villa Chiara Orto & Cucina, a Vico Equense; nonché Roberto Tonola della Lanterna Verde di Villa di Chiavenna, orgoglioso di raccogliere l’eredità professionale dello zio Andrea, associato dal 1982 e recentemente mancato.
Intanto, si tirano le fila e si mettono in cantiere una pioggia di progetti. Se anche quest’anno è proseguita infatti la partnership con Planhotel Hospitality Group, che ha condotto ben 42 Jre nei Diamonds Resorts di Maldive e Zanzibar per dar forma a esclusive “Dining With The Stars”, molte sono le attività e gli impegni in fieri. In diversi campi. Anche su quello di calcio. Per tutto il campionato 2017-2018, nelle sale hospitality della Fiorentina, una ventina di Jre hanno cucinato un piatto capace di richiamare i sapori e i saperi della squadra “avversaria”, in una sorta di benvenuto a casa. E non finisce qui. Perché, proprio durante il congresso, undici Jre hanno indossato la maglia viola, pronti per nuove sfide nello stadio della città del giglio. La formazione: Marchini (capitano), Andrea Sarri, Marcello Trentini, Giulio Terrinoni, Dario Guidi, Silvio Battistoni, Davide Botta, Vinod Sokar, Alberto Faccani, Davide Del Duca e Luigi Pomata. Se ne vedranno delle belle.
Prosegue poi la solidissima partnership con l’Istituto Alberghiero E. Maggia di Stresa. Che compie 80 anni e che rinnova il suo credo nell’associazione. Fiera di curarne sia la parte didattica sia il programma “Discovery Talent”, che mette in palio ben due borse di studio, destinate ai migliori allievi di cucina e di sala. E se la prima prevede sei mesi di assunzione presso un'insegna Jre, per la seconda c’è un master tutto nuovo: un anno presso la neonata scuola di Alta Formazione di Sala Intrecci. Voluta da Dominga, Enrica e Marta Cotarella. Sede? Castiglione in Teverina (in provincia di Viterbo). Diktat? Tre: classe, intesa come eleganza e armonia, e non come distanza e affettazione; calore, come presenza priva d’invadenza; carattere, come capacità di distinguersi, rimanendo fedeli a se stessi e al proprio territorio. “Vogliamo proporre un approccio olistico alla sala. Inoltre, i ragazzi vivranno con due tutor di madrelingua inglese e francese”, spiega Dominga. Per una preparazione dall’eco internazionale.
Ma non finisce qui. E per le nozze d’argento dei Jre al via c’è anche l’iniziativa “Venticinque”, targata Marchesi Antinori: per 25 giorni, in almeno 25 ristoranti, sarà possibile riservare un tavolo per due o quattro ragazzi under 25. Che poteranno assaporare un menu degustazione a 25 euro. Un modo intelligente per avvicinare i più giovani all’alta cucina. E per venir incontro a coloro che soffrono di disfagia e faticano a deglutire? Arrivano le Ricette di Velluto, raccolte in un libro di prossima pubblicazione. “Ci siamo divisi in quattro gruppi e abbiamo lavorato sulle diverse consistenze”, racconta Davide Botta, patron de L’Artigliere di Isola della Scala e curatore del volume. Risultato? Preparazioni da rifare facilmente a casa ma anche da assaggiare nei ristoranti aderenti al progetto.
Di prossima uscita anche l’annuale guida dei Jre Italia, in allegato a Traveller. “Che festeggia i suoi vent’anni”, dichiara il direttore Ettore Mocchetti. La copertina? Sarà rossa, con tanto di coccarda. E con le belle immagini di Lorenzo Rui. E poi ci sono Selecta & Grana Padano che rivelano Senior20: una particolare riserva, stagionata oltre i 20 mesi, con etichetta dedicata e vocata alla meglio gioventù ristoratrice. Ci sono il Pastificio dei Campi e le loro lesson ad hoc per i Jre europei; Olitalia e il coinvolgimento dei Jre nella definizione de “I Dedicati”, manipolo di extravergini pensati per pasta, pizza, pesce, carne e verdure; Zwiesel Kristallglas e il suo calice soffiato a bocca, studiato sartorialmente per i Jre; nonché S.Pellegrino, che presenta la limited design edition griffata Cappellini, ossia tre etichette firmate da altrettanti giovani talenti del design. Mentre Anna Maschio lancia una sfida: una gara di haute cuisine, con tanto di distillato utilizzato in una ricetta e in un cocktail.
Intanto, Berlucchi svela il neonato Rosé: pinot nero in purezza che ha riposato 60 mesi sui lieviti. E accende i riflettori sulla Cuvée Jre N° 4, “fatta su misura” con i sommelier dell’associazione. Un extra brut riserva 2008, summa di chardonnay (al 58%) e di pinot nero (al 42%), prodotto in soli 5mila esemplari. E Pommery? Fa focus sul neonato Champagne Brut Apanage Blanc de Blancs: figlio di 17 grand cru delle zone più vocate della Côte des Blancs e della Montagne de Reims. Anche se a sostenere l’associazione non mancano Nespresso, Electrolux, Intesa San Paolo, MasterCard, Bragard, Valrhona, le delizie ittiche di Kingfish Zeeland, le fini porcellane della manifattura Geminiano Cozzi Venezia 1765 e le mirabilia da tavola di Mepra.
Ma i Jre Italia avranno persino un’auto ambassador, pronta ad accompagnarli nei loro impegni ufficiali: il DS 7 Crossback, ovvero il suv secondo DS Automobiles, brand francese che, dopo Milano e Roma, allarga ad altre città l’iniziativa “Drive To You”. Ossia il bello di avere un car valet che riconduce il cliente a casa. Dopo che ha cenato da un Jre.