Oltre il buono? C’è di più. Perché il cibo si nutre di etica, estetica, visione, condivisione, professione, passione, dimensione storica e spessore culturale. E ancora, di bellezza, innovazione, genio, ingegno, qualità, sostenibilità, memoria, futuro, materia e sogno. Argomenti cari a Golosaria, che torna nell'urbe meneghina e guarda lontano. Annunciando una dodicesima edizione ricca di spunti e approfondimenti intorno all'universo del food & wine italian style. Quando? Dall’11 al 13 novembre, al MiCo - Milano Congressi. Per una tre giorni ritmata da talk show e cooking show, laboratori e wine tasting, presentazioni e premiazioni.
Eccellenze in fermento
La qualità è diffusa. Negli spazi del MiCo milanese, pronti ad accogliere innumerevoli e radiosi produttori di bontà. Paladini di una sana artigianalità, fatta d'intraprendenza, lungimiranza, rispetto per l’ambiente e idee innovative. Perché no? L’agricoltura è sì terra e occhi puntati in basso, ma pure speranza e sguardo rivolto al domani. E allora via libera alla manna madonita - complice la nascita di un consorzio di tutela -, al rabarbaro italiano (by Res Naturae di Lecco) e all’aglio nero. Esempio di fermentazione di successo partendo esclusivamente dall’aglio di Voghiera dop (a cura della startup NeroFermento). E poi? Formaggi, salumi, conserve, tè, caffè, birre, liquori, distillati e dolci. Tanti dolci, visto che sono una cinquantina le pasticcerie e le cioccolaterie presenti. E poi? Riso. Pavese e mantovano. Pronto persino a parlare milanese e a raccontarsi ne Il Libro del riso italiano (una coedizione di Cairo-Comunica), che fa focus sul poliedrico cereale, indagandone varietà e curiosità. Per imparare a conoscerlo, gustarlo e acquistarlo. Un volume denso di aneddoti, facente parte della collection I libri de ilGolosario.
Son (oltre) trecento, giovani e forti
Tanti i produttori aderenti alla manifestazione. Pronti a narrar di sé nel corso di laboratori e incontri ad hoc. Artigiani valorosi, protagonisti anche di un libro cult come ilGolosario, targato Paolo Massobrio. Che annuncia un’edizione 2018 scandita in 972 pagine e oltre 9.700 referenze. Cantine incluse. Orgogliose di svelarsi alla tre giorni meneghina. Per un banco d’assaggio e per una serie di wine tasting ad alto tasso di sapienza. Grazie pure alla presenza di alcuni consorzi di tutela: dell’Oltrepò Pavese, della Barbera d’Asti e dei vini del Monferrato; delle Eccellenze Langhe Monferrato Roero; e dell’Asti docg, che non manca di proporre la sua declinazione in “secco”. A cui si aggiungono il progetto Envision Gallura, nonché le Tenute del Cerro (del gruppo Unipol), ritmate da Fattoria del Cerro, La Poderina, Monterufoli, Còlpetrone e Tenuta di Montecorona. Intanto, sul palco dell'Agorà, si fanno largo i "Top Hundred 2017": i cento migliori vini del Bel Paese secondo Paolo Massobrio e Marco Gatti. I due autori col Papillon, che non dimenticano le maison "EverGreen", capaci di rinnovarsi costantemente; i “Fuori di Top”, piccole realtà meritevoli di attenzione; e i “Top dei Top”, ossia la crème de la crème. Per i bianchi, l’umbro “Adarmando” di Tabarrini (Montefalco); per i rossi, il veronese “Hurlo" di Garbole (Tregnago); per gli spumanti, il Franciacorta brut “Simbiotico” di Villa Crespia (Adro) e per i passiti, il Moscato “Notissimo” di Riofavara (Ispica).
Atelier live e cucine di strada
Ma oltre alle delizie delle Botteghe del Gusto - e le migliori sono premiate durante la kermesse - vi sono le traduzioni artistiche (e in diretta) del buono. I cooking show, in primis, che eleggono ad attori i cuochi delle migliori tavole italiane. Alcune suggellate dalla “Corona Radiosa” nel GattiMassobrio, il taccuino delle insegne must della Penisola. Felice di segnalare - attraverso un pittogramma - tutti quei locali (ben 1.623) che propongono la doggy bag. Una maniera sostenibile per non gettare il cibo avanzato. Un baedeker utile per cercare l’optimum a tavola: nei ristoranti, negli agriturismi, nelle cantine ed enoteche con cucina e nelle pizzerie. Quelle che onorano il “Manifesto della Pizza Italiana Contemporanea”, firmato proprio nel novembre 2012 a Vighizzolo d’Este da Molino Quaglia. Che all’interno del MiCo firma un’intera area dedicata all’arte bianca. Un atelier culturale, animato da una serie di appuntamenti all’insegna della Petra philosopy, fatta di farine macinate a pietra, creatività e ingredienti di massima qualità. Che valorizzano i territori, inchinandosi a stili di vita in perenne divenire.
Ecco allora "L'arte della biscotteria" secondo Antonio Di Rosa della Pasticceria Cucchi di Milano; "La pizza contemporanea" di Alessio Rovetta della pizzeria 7 Ponti di Cenate di Sopra; "Spezie e dolci" visti da Maurizio Palmosi della Pasticceria Regina di Cernusco sul Naviglio; e "La Mirandolina" nella prospettiva di Tiziano Busuoli dell'omonima pasticceria modenese di Mirandola. E per finire? "La pasticceria vegana" griffata Daniele Torresani de I Dolci Namura. Mentre domenica, alle ore 16, il dinamico molino padovano sale sulla ribalta per celebrare il primo lustro di un decalogo visionario e rivoluzionario.
E le cucine di strada? Come potrebbero mancare a Golosaria? Portavoci della tradizione e dell’innovazione on the road. Per un viaggio che va dai mondeghili agli arrosticini, dalla panissa al pane ca’ meusa, dai panzerotti pugliesi agli sciatt valtellinesi, non trascurando i sapori sardi di Gallura.
Spiriti ribelli
L’Apericena non esiste!. A sostenerlo? Federico Francesco Ferrero, che nel suo libro racconta come mantenersi in forma nonostante una vita socialmente… à la table. Mentre Marco Agostini svela tutti i segreti del ben grigliare nel suo Subito Barbecue. Sì, Golosaria è pure curiosa. E in calendario spiccano anche incontri ravvicinati con i book dalla food attitude. E non solo. I riflettori vengono puntati anche sulla Grill Academy, dove scoprire la sostenibile eleganza della steakhouse, l'eterna seduzione della porchetta, il fascino dei drink affumicati e la genialità di finger, paste e risotti alla griglia. E nell'Area Cocktail? Via libera agli spirits nostrani. Per una mixology tricolore che rende omaggio alle Distillerie Berta, al Toccasana di Teodoro Negro, ai vermouth di Gamondi e La Canellese, agli amari di Lombardi e Visconti e ai liquori veneti di Donna Frida.
Gli orari: sabato 11 novembre, dalle 14.30 alle 22; domenica 12 novembre, dalle 10 alle 20; lunedì 13 novembre, dalle 10 alle 17. Il biglietto d’ingresso ha un costo di 8 euro se acquistato online e di 10 euro se comprato in loco.