«Scrivere è viaggiare, senza la seccatura dei bagagli», sosteneva Emilio Salgari. Il padre di Sandokan, Yanez e i pirati della Malesia. Un romanziere visionario e volitivo, pronto a dar fiato a grandi ideali e a mirabolanti avventure, grazie a una fervida fantasia. Perché a volte un viaggio può essere appassionato, anche se solo immaginato.
Ed è proprio “Il viaggio immaginario” il refrain di una rassegna vivida e vivace, polisensoriale e multiculturale, che mette in relazione il cibo e il vino con la letteratura, la poesia, la musica e il teatro: Gustose Narrazioni. Un progetto illuminato, in grado di sposare, contaminare e intrecciare l’enogastronomia con le parole, i suoni e i gesti. Grazie a un poker di serate settembrine e sinestetiche, orgogliose di accendere la luce sulle terre del Roero e fiere di eleggere a protagonisti libri, vini, pietanze, attori e strumenti. Alla regia artistica? C’è Virginia Scarsi, direttore creativo della web agency Blulab di Alba, ma pure contitolare - col marito Davide Di Bilio - del ristorante-pizzeria Fuori Tempo di Canale. A cui è affidato il coordinamento tecnico della kermesse. È Davide infatti a preparare tutte le basi delle focacce gourmet servite durante i tasting, messe a punto con le farine di Petra - Molino Quaglia.
Ma Virginia non è sola. Si tratta infatti di un progetto corale. Così come un coro di saperi e sapori prometton d’essere le cene. La cui ouverture è affidata a una chiacchierata non accademica fra il master of ceremony Enrico Di Palma (giornalista, scrittore, speaker radiofonico, nonché uno dei fondatori del collettivo di lettura e scrittura Chiamatemi Ismaele, che opera fra Alba e Torino) e l’autore del libro protagonista della serata. Sì, perché al centro non c’è il food, ma un book. Sempre della casa editrice torinese Il leone verde e sempre della collana Leggere è un gusto!, che inanella volumi in grado di indagare ed esplorare le trame gastro-letterarie di piccoli e grandi capolavori. «Non esistono aspetti di una cultura più prestigiosi di altri, e per noi è fondamentale che la cucina, che in questi anni è innegabilmente sotto i riflettori, inizi a dialogare con la letteratura, il teatro, la musica. È ora che l’enogastronomia venga considerata non più come una moda, ma come un veicolo di riflessione, divertimento, sfida intellettuale; allo stesso modo, le “arti” tradizionali devono scendere dal loro piedistallo e iniziare a viaggiare in mezzo alla gente, per le strade, su internet e, perché no, a tavola», spiega Di Palma. E allora, così sia.
Cibo e reading, dunque. A cura degli attori del Teatro di Tela, compagnia albese capitanata da Michela Fattorin e Loris Mosca. Mentre Gli Archimedi suonano: Andrea Bertino il violino, Luca Panicciari il violoncello e Giorgio Boffa il contrabbasso. Per un trio d’archi d’eccezione. E nei calici? Finiscono le etichette di una selezione di cantine del Consorzio di Tutela del Roero, che raccoglie oltre trecento soci fra produttori e viticoltori, che conta più di mille ettari vitati e che è presieduto da Francesco Monchiero. Un paesaggio generoso quello del Roero, considerato - al pari di Langhe e Monferrato - Patrimonio dell’Umanità. Infine, il tocco artistico dell’illustratore Antonio Bonanno, laureato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Catania. A lui si deve infatti la collection di locandine-ritratto del varietà letterario, come lo definisce Virginia. Sostenuto anche dal Confartigianato Cuneo - all’interno del progetto Creatori di Eccellenza -, da Banca d’Alba, dall’Associazione Commercianti Albesi e dall'Ordine dei Cavalieri di San Michele del Roero.
Prima soirée (già sold out): il 2 settembre, al ristorante Marcelin di Montà, insieme allo chef Andrea Ferrucci, pronto a servir piatti a tema salgariano. Il libro sul palcoscenico? Affamato come una tigre by Andrea Perin. Per stare a tavola con Sandokan, godendo di un esuberante excursus fra Oriente, pietanze meticce, cucina italiana di fine Ottocento e nuovi ingredienti provenienti dal mondo. In accompagnamento, i vini firmati Michele Taliano, localissima maison.
Secondo appuntamento: il 9 settembre, Alla Corte degli Alfieri, il ristorante di Stefano Paganini, all’interno delle mura del castello di Magliano Alfieri. Un’imperdibile occasione per sperimentare la cucina della Divina Commedia, passeggiando fra le tre Cantiche, e sfogliando le pagine del libro A convito con Dante, scritto da Rosa Elisa Giangioia. Sulla ribalta anche lo spettacolo Hell O’ Dante by Saulo Lucci, mentre il pairing è assicurato dalla cantina Malvirà, azienda agricola di Canale. «Quello per il Paradiso è stato il piatto più facile da scegliere: sarà ovviamente alla fine del nostro viaggio, e sarà un dolce leggero, bianco, etereo. Per il Purgatorio, invece, ho pensato ad un piatto che dia l’idea di appesantire, come una zavorra che non consente alle anime del Purgatorio di volare via: le melanzane alla parmigiana. Naturalmente non saranno così come ve le immaginate, ma si tratterà di una mia personale reinterpretazione. Per l'Inferno - che sarà il primo piatto - vi dico solo che nel pensarlo mi sono ispirato alla serie di Netflix “Lucifer”, in cui bene e male non sono così nettamente separati. Bisogna dire che anche nella Divina Commedia i peccatori collocati all'Inferno da Dante non sempre sono così “cattivi”, anzi, spesso si tratta di personaggi storici importanti e da molti punti di vista “stimabili”. Anche il mio piatto sarà così, con diversi livelli di interpretazione, non dico altro per non rovinare la sorpresa», svela lo chef.
Terza serata: il 16 settembre, presso l’Icif, l’Italian Culinary Institute for Foreigners, ospitato all’interno del castello di Costigliole d’Asti. Quattro gli chef all’opera: Fabio Poppa, che con Davide Sproviero tiene le redini del ristorante Le Scuderie del Castello di Govone; Massimiliano Careri, coordinatore tecnico della scuola internazionale; il pizza chef Di Bilio, anche lui docente dell’istituto; e Riccardo Depetris, maître chocolatier della Pasticceria del Viale by Depetris - i Ciculaté di Revello. Sotto i riflettori: La Cucina dell’Odissea di Anna Rita Zara, per un mitico viaggio con Ulisse. Il canto delle sirene invece è assicurato dalle etichette della Cascina Ca’ Rossa di Canale.
Quarta tappa, la cena del 23 settembre alla Madernassa di Guarene: resort e ristorante illuminato da due stelle Michelin, grazie a un fuoriclasse come Michelangelo Mammoliti. Fiero di condurre i commensali in un itinerario in otto assaggi, in compagnia di Jules Verne. Lasciandosi ispirare da Il giro del mondo in ottanta ricette, scritto da Irene Cabiati. Un culinario vagabondaggio che porta la firma indelebile di Mammoliti, nutrita da bellezza, naturalezza, eleganza, minimalismo, spezie, erbe e armonia. Il tutto in abbinamento ai vini di Ca’ Rossa (che ritorna à la table), Antica Cascina dei Conti Roero (di Vezza d’Alba), Cascina Fornace e Alberto Oggero (di Santo Stefano Roero), Matteo Correggia e Monchiero Carbone (di Canale).
Le cene iniziano alle ore 20 (con ingresso alle 19.45). È necessaria la prenotazione (online, presso i ristoranti aderenti, oppure al Fuori Tempo di Canale). E il loro costo è di 40 euro (il libro è in omaggio), eccetto quella della Madernassa, che ha un prezzo di 120 euro. Cene-prolegomeni alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, che celebra Il giro del mondo in 90 anni: dal 10 ottobre all’8 dicembre. E che avrà pure un ideale sequel, All’Enoteca di Canale, il ristorante stellato di Davide Palluda (annesso all’Enoteca Regionale del Roero). Dove prenderà vita - proprio a dicembre - la serata conclusiva delle Gustose Narrazioni. A tutto tartufo. In tandem con il saggio Tartufomania di Cetta Barardo, che approfondisce le virtù del gioiello ipogeo fra arte, cinema, letteratura e… cucina.