Tre latte. Per raccontare una storia di famiglia. Tre latte dalle grafiche vivaci e dinamiche, inneggianti alla pop art e alla tecnica del puntinato Ben-Day (dal nome del suo inventore Benjamin Day). Tre latte d’autore, eppure pratiche e smart. Goppion Caffè compie settant’anni e celebra l’importante anniversario con un tris da collezione che porta la griffe dell’australiana Alex Miles. Colei che ha firmato anche il calendario 2018 dell’azienda trevigiana di Preganziol. In una visione glocal e contemporanea dell’arte del caffè.
“Siamo orgogliosi di festeggiare i primi settant'anni della nostra torrefazione. Dalla nascita di Goppion caffè abbiamo continuato a studiare, selezionare e lavorare i migliori caffè di tutto il mondo, raccontandone le storie e le qualità. Possiamo dire che in questi 70 anni non siamo per nulla invecchiati, ma abbiamo fatto esperienza. Quell’esperienza che oggi ci consente di essere un’azienda moderna e dinamica, grazie anche alle nuove generazioni della nostra famiglia”, dichiara Sergio Goppion, presidente della maison. Affiancato da Paola, al timone di marketing e comunicazione; da Silvia, responsabile delle risorse umane; e da Mario, alla direzione della società immobiliare del gruppo.
Tre latte, dunque. Che traggono spunto da altrettante foto dell’album di famiglia. E che per altro corrispondono alle immagini dei mesi di febbraio, giugno e dicembre del calendar 2018. Per un leitmotiv coerente, capace di rendere onore alla memoria, proiettandosi al futuro. Così la prima latta della dodicesima limited edition ritrae Angelo, l’illuminato fondatore. Fotografato in Etiopia, ad Addis Abeba, nel 1936. All’inizio della sua attività di barista. Accanto a lui? Una delle macchine da caffè più rivoluzionarie dell’epoca.
Angelo che, conclusa la seconda guerra mondiale, torna in patria, a Treviso. Per acquisire, nel 1948, insieme ai suoi brothers, la Torrefazione Trevigiana Caffè, aggiungendo al marchio “Fratelli Goppion”. Ed è proprio la prima confezione prodotta con questo brand (nel 1960) a essere ritratta sulla seconda latta della collection. In una sorta di metalinguaggio in cui fa bella mostra di sé una prospettiva di Piazza dei Signori. Mentre la terza della serie riprende una réclame del 1962. Per un gradevole effetto vintage.
E all’interno del celebrativo trittico? Un blend composto al 100% da arabica selezionati. In cui la parte del leone la fa l’Etiopia Sidamo. Dal tono floreale e fruttato, e dalle nuance di cioccolato.
Arte. Di fare il caffè. Di raccontare il caffè. E di presentare il caffè. In confezioni che portano sempre impressa la “G” rossa, disegnata a metà degli anni Sessanta dall’architetto Umberto Facchini. Un segno solido e moderno, che spicca pure al top della grande insegna dello stabilimento di Preganziol, dove l’azienda si trasferisce nel 1968. Suggellando una nuova era imprenditoriale. Proprio lungo il Terraglio, la via napoleonica che unisce Treviso a Venezia.
La Serenissima. Città importantissima per la diffusione del caffè. Grazie ai celebri locali di piazza San Marco, ma pure grazie ai rapporti commerciali con l’Oriente. Lo sanno bene Paola e i suoi familiari. Ecco allora un’altra latta speciale. Anzi due. Pronte a vestire con i dipinti del pittore vedutista veneziano Francesco Guardi (1712 - 1793) la miscela Dolce: per il 90% arabica, giunti di Etiopia, Brasile, Guatemala e Honduras; e per il 10% del tipo robusta, proveniente da Flores, nell’arcipelago delle Piccole Isole della Sonda, fra Oceano Indiano e Pacifico. Un caffè aromatico e ben equilibrato. Fiero di indossare i raffinati tratti di calli e di velieri, di mercanti e di palazzi firmati dal Guardi. Quadri - Il molo verso la Salute e La piazzetta verso l’isola di San Giorgio Maggiore con la base del campanile - conservati nella Galleria Giorgio Franchetti alla Ca’ D’Oro di Venezia.
Sono invece i raggianti rossi e arancioni dell’ars pittorica messicana ad animare le latte (e i pacchetti) di Nativo. Orgoglioso di farsi ambasciatore dei valori etici e organici, portando la certificazione CCPB per il bio e Fairtrade per il commercio equo-solidale. Un caffè delicato e a basso contenuto di caffeina - ma c’è pure la versione decaffeinato - nato nel 1987 e nutrito al cento per cento di arabica centroamericani. Un “indigeno” che si fa notare. Anche per il nome e per la grafica, densa di significato. Tant’è che nel 1999 vince un premio per l’innovativo packaging. Almeno all’epoca, quando bio significava soprattutto toni monocromi e monotoni. A salire sul podio del Brand Identity GrandPrix è infatti Fabio Fedrigo, direttore creativo dell’agenzia pubblicitaria Bianchi & Kerrigan di Conegliano. Un premio assegnato dall’Art Directors Club Italiano.
Cultura, dunque. Che per Goppion significa anche far scuola in caffetteria. Un mini percorso formativo dedicato a chi ama la bevanda noir, senza per forza essere o voler diventare diventare un professionista del settore. E se tre corsi si sono tenuti a luglio, altri sono previsti in autunno. Per saperne un po’ di più su chicchi e cru, moka ed espresso, nonché sulle estrazioni alternative con i sistemi a filtro e french press. “In Italia il caffè è tradizione, ma non sono diffuse una cultura e una conoscenza del caffè di qualità. Riconoscere un buon caffè, saperlo fare a casa, intendere le differenze tra le miscele aiutano il consumatore a capire che una tazzina non è una semplice tazzina, è una storia che arriva da lontano e che non è sempre uguale”, spiega Paola Goppion.
Così come entrare in una delle caffetterie della griffe si rivela un’esperienza. Fatta di accoglienza, degustazione e anche qualche spiegazione. Un rito lento, in cui il tempo per sé sposa quello per comprendere il caffè. Oltre una dozzina le boutique in Veneto: da Treviso (in Corso del Popolo e in Borgo Mazzini) a Conegliano; da Vittorio Veneto a Oderzo; da Mogliano Veneto a Castelfranco Veneto; da Belluno a Padova. Non dimenticando Mestre e Venezia: in Rialto e Cannaregio e presso il corner della Bottega dei Sapori all’aeroporto Marco Polo. Ma attenzione: latte e pacchetti sono anche acquistabili cliccando sullo shop online.
Goppion fa parte dell’associazione Caffè Speciali Certificati ed è tra i fondatori del Consorzio di Tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale, candidato al riconoscimento di Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco.