Un prato verde. I Bagni misteriosi di Giorgio De Chirico, fontana surreale e monumentale. Gli ombrelloni in primo piano e, sullo sfondo, la teoria di maestosi archi progettati dall’architetto Giovanni Muzio. Quasi fossero faraglioni rocciosi. Sì, sembra di essere al mare. Invece si è immersi nella Triennale di Milano. O meglio, nel Caffè in Giardino, ennesima gemmazione del Gruppo Vista. Uno spazio arioso che, a seconda di come lo si guarda, diviene appendice orizzontale della verticale Terrazza Triennale - Osteria con Vista, oppure declinazione en plein air della Triennale Social Pizza. Che in estate se ne va nel green, sfornando focacce. Sempre firmate dal pizzaiolo Cristian Marasco - che ha il suo headquarter a Merate, in Brianza -, in tandem con lo chef Stefano Cerveni, executive chef di tutto il gruppo (oltreché patron del Due Colombe - Ristorante al Borgo Antico, in Franciacorta).
Focacce dunque. Messe a punto con le farine Petra di Molino Quaglia - la biologica di tipo 1 e la Unica, con la complicità di Cerealè -, lasciate lievitare a lungo, sottoposte a una breve cottura, abbattute e poi rigenerate al momento. Affinché siano soffici e croccanti al punto giusto. Perfette per ospitare ingredienti made in Italy di assoluta qualità. In un vero inno alla mediterraneità. Incarnata nella “Panarea”: antico pomodoro napoletano spadellato - un Presidio Slow Food -, tonno in conserva d’olio extravergine (rigorosamente a filetti interi), misticanza e fiordilatte lombardo, fatto da un casaro con il latte di bruna alpina della Valtellina. Mentre la “Caponata” - giusto per sognare la Sicilia - elegge ricotta di latte vaccino, mentuccia, capperi croccanti e caponata di melanzane.
E poi? Ci sono la “Strepitosa”, sintesi di Puglia ed Emilia, grazie alla presenza della stracciatella di burrata, del pomodorino ciliegino, della rucola selvatica e del prosciutto di Parma.
E ancora la “Bufalina”, per chi ama la purezza della mozzarella di bufala campana, condita solo con olio, origano e basilico.
Mentre la “Suprema”, ci aggiunge l’antico pomodoro napoletano.
E se per i più piccoli è ideale quella con il prosciutto cotto al naturale e fiordilatte, agli intenditori è dedicata quella con chips di patata viola, erba cipollina e gambero rosso di Sicilia. Rilettura pop di un cult di Cerveni.
Cerveni che propone orgoglioso anche il suo cirasci. Certo, con l’italianissima “c” al posto della nipponica “h”. Tanto l'idea è sempre la stessa, coerente più che mai: avere un contenitore sul quale comunicare il bello e il buono. Del Bel Paese e non solo. “In questo caso uso il riso. Perché il riso è conosciuto in tutto il mondo e può accogliere il mondo”. Voilà Oriente e Occidente, tutto in una ciotola. Carnaroli cucinato nel cuociriso - "apportando le giuste modifiche alle temperature", precisa Sefano - e poi condito con pesce spada marinato homemade, origano, olive e caponatina, per dar vita al cirasci “Mediterraneo”; con pomodorino all’olio e basilico, mozzarella di bufala campana, acciughe e origano, per dar forma a un “Campano” pizza-cirasci; oppure con mazzancolle, ricotta, pesto rosso, basilico e capperi croccanti per dar voce al “Siciliano”.
Mentre il riso integrale incontra verdure di stagione in oliocottura, uvetta, pinoli ed extravergine allo zenzero; il basmati abbraccia salsa al curry, pollo italiano (allevato a terra), spinacini e champignon, per un cirasci in pieno stile “Indiano”; e il carnaroli dialoga con tonno pinne gialle marinato, avocado, sesamo, cipollotto, alga wakame e salsa di soia, per rendere onore al mood “Hawaiano”. Sempre parlando italiano. "Anzi, magari lo farò pure con zafferano e ossobuco e con la coda alla vaccinara", aggiunge Stefano.
Settantacinque i coperti all'ombra del porticato in legno, a cui si vanno ad aggiungere i quaranta posti del tavolone social. Per mangiare con i piedi (quasi) nell’erba. Dalle 12 alle 15, dal lunedì al venerdì, e fino alle 15.30 nel weekend. In un ambiente smart e informale in cui non manca il tocco cordiale dell’attento Vito Perri. Che tutto osserva e tutto fa. Come del resto il dinamico Francesco Dell’Olio, braccio armato di Marasco in Triennale. Mentre è Stefano Casati del Laboratorio di Pasticceria a Vista a firmare i dessert: dal tiramisù al caffè d’orzo fino alla tartelletta con crema di mandorle, vaniglia e frutta fresca.
E dalle 18 alle 21.30? Aperitivo. Con un calice di Prosecco Superiore di Valdobbiadene Jeio by Bisol 1542, entrato a far parte del Gruppo Lunelli. Che qui porta pure i Trentodoc Ferrari: Maximum in versione Brut e Rosé, nonché il Perlé, ossia l’eleganza e l’armonia dello chardonnay. In alternativa: un buon cocktail, da pescare anche dalla lista dei "Garden Gin Tonic", fra i quali spicca quello preparato con Gin Mare e Schweppes Ginger & Cardamom. In accompagnamento: un trancio di focaccia, un assaggio di italian cirasci e un trittico di dry snack che inanella olive, arachidi e pane carasau fritto.
Cambio di registro alla Triennale Social Pizza. Che a pranzo propone una serie di delizie summer edition. Per chi non vuole rinunciare a una pizza leggera e digeribile. Realizzata con le farine Petra (Petra 3, Unica e bio 1111) e con ingredienti d’eccezione. Da provare? La “Marinara ai Quattro Pomodori”, che fa poker con San Marzano, antico napoletano, di Pachino e del piennolo del Vesuvio; la “Carpaccio di Fassona", per chi adora la carne; e la “Pescatore”, con seppie, ciuffi di calamaro, code di calamari e cozze. Per mangiare il mare.