Nato come un gioco, Fish & Chef si è fatto grande. Divenendo un imperdibile appuntamento e un colto format. Di promozione e valorizzazione del Lago di Garda, delle sue acque, delle terre che gli stanno intorno, degli chef che lo abitano e dei produttori che lo nutrono di bontà e bellezza. “Ma Fish & Chef è anche amicizia”, dichiara Leandro Luppi, patron de La Vecchia Malcesine e mente e cuore della manifestazione. Che ritorna, per la nona edizione, dal 22 al 27 aprile. Proponendo sei soirée gourmand in altrettante location charmant (tutte a 85 euro a persona e tutte con inizio alle ore 20). Pronte a ospitare un manipolo di cuochi visionari.
Sì, Fish & Chef ormai è maturato e si è evoluto. Facendosi incontro e confronto, dialogo e scoperta, collaborazione e condivisione, ricerca e dialogo. Un concetto, oltreché una kermesse. “È il frutto della fierezza di essere gardesani, della consapevolezza delle eccellenze che contraddistinguono il nostro territorio, della passione che ci mettiamo per condividere tutto questo”, spiega Elvira Trimeloni, altra dea ex machina dell’evento e albergatrice di seconda generazione. Visto che è lei, con la sorella, a gestire l’Hotel Meridiana di Malcesine.
“Fish & Chef è un abbraccio. È un vortice di idee, di persone, di pensieri. Unisce le forze radicando nella diversità la propria identità. Come i cerchi che si formano quando lanci un sasso in acqua, così Fish & Chef ha lanciato un’idea nel Garda e questa, pian piano, arriva a toccare le rive di altri luoghi. Qui, tutto ha una circolarità e una sola narrazione”, racconta Laura Gobbi, project manager e direttore artistico di eventi culturali, corali e territoriali. Proprio come questo. Supportato da uno special partner quale Michelin e da un main sponsor come il Consorzio Garda Doc, presieduto da Luciano Piona.
Gli chef ospiti: dove e quando
Si inizia dall’alto. In provincia di Trento. E si scende. Coinvolgendo sia la riva bresciana che quella veronese del lago. Così, è l’esclusivo Hotel Lido Palace di Riva del Garda a dare il via all’avventura lacustre: domenica 22 aprile, accogliendo Matteo Rizzo. Cresciuto nelle cucine de Il Desco di famiglia, partito per qualche esplorazione all’estero e poi tornato a casa, a Verona. Dove ora conduce con orgoglio l’insegna stellata.
Lunedì 23 aprile tocca invece a Claudio Melis, ospite de La Casa degli Spiriti di Costermano sul Garda, emozionate residenza di fine Settecento sospesa fra terra e cielo. Un luogo impregnato di fascino e di storia, dove Melis approda. Giungendo direttamente dalla sua doppia insegna bolzanina: lo Zur Kaiserkron e In Viaggio - Claudio Melis Ristorante. Un vero e proprio sitting esperienziale.
Martedì 24 aprile Fish & Chef attracca poi al suggestivo Grand Hotel Fasano di Gardone Riviera. Un salotto nutrito di verde, d’azzurro e di terrazze, che dà il benvenuto ad Anna Leone, moglie di Oreste Corradi. Una coppia solida, al timone della Locanda Vecchia Pavia “Al Mulino”, in quel di Certosa. Sì, nell’antico mulino quattrocentesco annesso all’abbazia cistercense.
Cambio di panorama mercoledì 25 aprile, quando la manifestazione si sposta a Garda, all’Hotel Regina Adelaide e al suo Regio Patio: affacciato su un elegante loggiato a due passi dall’acqua. Uno spazio di classe, ritmato da trompe l’œil di vedute lacustri, edere e foglie di limone, fiero di ospitare Terry Giacomello dell’Inkiostro parmense. Il mantra di Terry, friulano di Aviano: “Presentare cose uniche, creare per non annoiare”. E la sua cucina, apparentemente essenziale, cela rigore genio, local e global. Alimentata da lunghe esperienze in Francia (da Marc Veyrat e Michael Bras), Brasile (da Andoni Luis Aduriz), e Spagna (da Ferran Adrià).
E giovedì 26 aprile? Lo scenario è quello di Palazzo Arzaga, a Calvagese della Riviera. Un’antica dimora del XV secolo sublimata in golf & spa resort, targato Blu Hotels. Dove arriva Alessandro Gilmozzi, chef e patron de El Molin di Cavalese. “Inizialmente avrei voluto fare il falegname”, ammette Alessandro. Che per fortuna fa il cuoco. Dando vita a una cucina dolomitica fatta di erbe, muschi, licheni, resine, bacche e selvaggina.
Il Dream Team
Sei le cene. L’ultima infatti è in programma venerdì 27 aprile all’Hotel Bellevue San Lorenzo di Malcesine, firmata dal Dream Team. “Siamo un gruppo di amici affiatati che si diverte, che vive l’appuntamento annuale di Fish & Chef come la possibilità di crescere, confrontarsi e riscoprirsi. In una parola: di evolversi”, dichiara Leandro Luppi, capitano dello squadrone gardesano.
Un super “brigata” che va dalla “B” alla “S”. In ordine alfabetico, ecco Stefano Baiocco, anconetano alla guida delle cucine di Villa Feltrinelli, a Gargnano. Alle spalle, l’Enoteca Pinchiorri, Alain Ducasse, Pierre Gagnaire, Yoshihiro Murata, i Roca, Quique Dacosta e Ferran Adrià. Fra le mani, un talento che traduce il green in evergreen.
Alberto Bertani è invece proprio di Gargnano. Un indigeno rimasto in patria. O meglio, un autoctono che si è ancorato al Porto Sirena di Salò con il suo QB DuePuntoZero. Dove si può addirittura arrivare in barca.
E Annalisa Borella? Classe 1984 è la pastry chef di Villa Feltrinelli. Il suo ideale fine pasto sul lago? Cappero e caffè, un dessert in bilico fra dolcezza e sapidità.
Originario di Molfetta è invece Maurizio Bufi. Che nella “sua” Villa Giulia - sempre a Gargnano - propone una cucina mediterranea, fantasiosa, estrosa e colorata.
Classe 1988, David Cattoi è il più giovane del team. Non solo. Lui è il nuovo executive chef dell’Hotel Lido Palace di Riva del Garda, fiero di essere il successore di Giuseppe Sestito.
E Isidoro Consolini? Ha radici a Torri del Benaco e un presente a Limone sul Garda: a La Cantina del Baffo. Non è un esordiente, certo. Ma ha grinta da vendere.
Istintiva, libera da stereotipi, dinamica e contemporanea è poi la cucina targata Andrea Costantini: un friulano sul trono del Regio Patio, l’oasi gourmet dell’Hotel Regina Adelaide di Garda. Tant’è che in carta non manca un tasting menu che si inchina integralmente al Benaco. Incisi nella sua memoria: i nove anni accanto a Bruno Barbieri, a Villa del Quar.
Siciliano è poi Carmelo Di Novo, altro pasticcere del team. Ora a capo - affiancato da figlio Jacopo - dell’omonima pasticceria di Manerba del Garda. Minimalismo e golosità, tutto in uno.
E Matteo Felter? È l’executive chef del Grand Hotel Fasano di Gardone Riviera. Una vera colonna portante del lussuoso albergo gardesano, condotto magistralmente da Olliver e Patrick Mayr.
Di Castel Goffredo - cittadina mantovana nota per i tortelli amari - è Massimo Fezzardi, patron dell’Esplanade di Desenzano. Dove scorre la dolce vita del lago.
Ma le donne? Tornano. Ecco Maria e Orietta Filippini, due sorelle alla conduzione de La Tortura di Gargnano. Insegna illuminata, sin dal 1980, dalla stella Michelin.
Giuliana Germiniasi è invece la chef e regista del Capriccio di Manerba. Con lei, anche la figlia Francesca, ad assicurare un servizio perfetto.
Pugliese di Mattinata è Michele Iaconeta. Che dal Gargano porta una brezza di passione a La Casa degli Spiriti di Costermano. Non dopo aver fatto tappa a Bilbao, Oltremanica e in Russia.
La Rucola 2.0, nella raffinata Sirmione, è invece la “casa” di Andrea Mantovanelli. Cos’è per lui Fish & Chef? “Un filtro, dove tutto ciò che qualitativamente è importante fra la Valle del Sarca e l’alveo del Mincio viene distillato in una quintessenza di vita, gioia, cultura e bien vivre”.
E Fabio Mazzolini? Ha trovato al sua dimensione a Manerba del Garda, in un agriturismo come Dalie e Fagioli. Sinonimo di convivialità nel segno della semplicità.
Ultimo - solo perché il suo cognome comincia per “S” - Roberto Stefani, allievo di Gualtiero Marchesi e di Antonio Guida. E sempre pronto a mettersi in gioco.
Pesce d’acqua dolce. E non solo
Un’onda. Geometrica e perfetta. Flessibile e liquida. Reiterata sino a ricreare l’iconica silhouette del bacino più grande d’Italia. Ma pure a ricordare il ricamo dei vigneti lungo le colline, la brezza lacustre, nonché il perlage dentro il calice. Il nuovo marchio Garda Doc è molto più di un logo: è lo spumante del lago, un linguaggio denso di significato. Un simbolo d’identità e autenticità nella diversità delle dieci aree di produzione che la doc Garda prevede. E che vanno dalla Valtènesi al Soave, dal Lugana alla Valpolicella, dal Custoza alla Valdadige, da Bardolino ai Colli Mantovani, non dimenticando Durello e San Martino della Battaglia. Un ambasciatore sparkling di unione enologica (veronese, bresciana e mantovana) e di stile. Quello gardesano, fatto di gioia, condivisione, divertimento e bien vivre. “Mi è caro immaginare questo territorio come un castello, dove la doc Garda rappresenta le mura e le torri sono le denominazioni storiche, ciascuna diversa per tipicità e finalità”, precisa Luciano Piona, presidente del Consorzio Garda Doc, main sponsor dell’evento.
E nel piatto? Finiscono i pesci d’acqua dolce: trote, coregoni, salmerini alpini. Che la famiglia Leonardi della trentina Trota Oro trasforma in leccornie. Rilette con la lente gourmand dai grandi chef. Ma a nutrire Fish & Chef ci sono pure le carni. Certo, quelle di garronese veneta della macelleria Sartori di Brenzone sul Garda. E ancora, le delizie by Monograno Felicetti, la linea più pura del pastificio di Predazzo; l’extravergine (e tante delicatessen) dell’Agraria Riva del Garda; il caffè firmato Omkafè di Arco, una storia di qualità portata avanti dalla famiglia Martinelli; gli esclusivi distillati griffati Enoglam, interpreti contemporanei del più lussuoso fine pasto; Acqua Panna e S.Pellegrino, nonché l’Antico Sigaro Nostrano del Brenta 1763. Non da ultima, la maison Broggi 1818, che da duecento anni produce oggetti unici per la tavola, facendosi portavoce di altri due brand: Villeroy & Boch e Serax. Pronta a scardinare con estro ed energia gli schemi classici della mise en place.