È aspro e dolce. Intenso e delicato. Solare e nostalgico. Ironico e serioso. Audace e saggio. Esuberante e timido. Sensuale e caparbio. Elegante ed easy. Vintage e millennial. Vibrante e silenzioso. Come le donne. E proprio alla volitiva personalità delle donne è dedicato l’ultimo liquore nato fra i Giardini d’Amore, maison haute couture guidata da tre visionari imprenditori messinesi: Katia Consentino, Emanuela Russo e Giuseppe Piccolo. Il gran visir dei giardini terrazzati. Tre giovani illuminati siciliani, che, seguendo il mantra di un rinnovato “Sentire Mediterraneo”, hanno creato Femmes, un assolo al mandarino. Un assoluto inchino alla femminilità. Un assoluto inno alla bellezza. Rappresentata da una bottiglia sinuosa, snella e misteriosa.
“Abbiamo voluto rendere omaggio alla tradizione, valorizzando il più femminile degli agrumi: il mandarino”, dichiara Emanuela Russo. Che, insieme a Katia e a Giuseppe, nel piccolo laboratorio di Roccalumera, sta portando avanti un discorso di esclusività saldamente legato alla naturalità. Espressa nei liquori di Limoni - limone interdonato per la precisione -, di Fico d’India, di Finocchietto Selvatico, di Cannella e di Liquirizia. A cui si aggiungono le creme di Mandorla e di Pistacchio. Pensate per inebriare mente e palato.
Un credo nell’unicità di cui si fa portavoce Femmes. Fragrante essenza dal tono arancione e dal vivace profumo di zagara. Femmes. Che ha un’attrazione fatale per la mixology. Specialmente per il suo lato pink. Così è stato un pokerissimo di barlady a firmare i primi cinque cocktail intitolati al neonato elisir messinese. Il cui debutto in società è avvenuto in uno spazio che fa di charme e personalità virtù: lo spazio di Bentely Milano, lo showroom del Gruppo Fassina che, con quello di Padova, rappresenta in Italia la Bentley Motors. La casa automobilistica britannica partner di Giardini d’Amore. Perché? “Perché condividiamo la stessa vocazione per il lusso, la sartorialità, il dettaglio e la forte identità”, spiega Katia.
Voilà cinque drink. Cinque interpretazioni della femminilità. Cinque modi di raccontare l’essere donna. A partire dal nome. “Ho scelto di chiamare il mio cocktail Amelia. Come Amelia Earhart, la prima aviatrice ad aver attraversato l’Atlantico, nel 1928”, svela Francesca Gentile. Che non pilota un aereo ma quasi. Visto che dopo un’avviata carriera da fotoreporter, ora se ne sta dietro il bancone del Funi 1898, all’interno della funicolare di Montecatini Terme. Un drink intrepido, temerario e appassionato il suo “Amelia”, che oltre a Femmes inanella vermouth bianco, succo di limone e shrub ai frutti rossi e sambuco. Granelli di oro fondente come garnish. Esplosivo.
Punta invece al paradiso del sensi Erica Rossi e plasma “Zagara”. Erica, appena approdata a Milano, al nuovo concept store Slowear18: realtà che shakera abbigliamento, mixology bar e Franciacorta bar. Ricco il suo palmarès, inclusa la partecipazione alla finalissima italiana della Diageo Reserve World Class 2019. “Ho voluto creare un drink un po’ nostalgico, capace di rendere omaggio ai sapori siciliani”, precisa lei. Mentre mette a punto una creatura nobile e raffinata, a base di liquore al mandarino, vermouth dry sous vide con timo e aneto, miele fermentato, succo di limone e gocce di amaricante al papavero. Tecnica usata? Shake and strain.
Intanto l’oro torna. A impreziosire l’iced flûte che fa da scrigno all’indomito e incorruttibile “Adamai”, firmato da Valentina Rizzi, appena arrivata (anzi, ritornata) a Milano: in sala e dietro al bancone di VIVA, l’insegna di Viviana Varese. “Mi sono ispirata al diamante, la pietra che si dona per il fidanzamento, simbolo di amore eterno. Ma ho anche voluto mettere una parte più mascolina, che mi dà struttura: il mezcal. Non dimenticando la mia passione per lo Champagne”, racconta Valentina. Che, oltre a Femmes, chiama all’appello pure la purea di pesca bianca infusa in acqua di rose; il tè marocchino alla menta e il profumo al mandarino verde. Per un drink elogio alla multiculturalità.
“Il mio invece è un twist sul Ramos Gin Fizz. Che punta dritto alla sapidità e alla sicilianità”, dice Giulia Castellucci: una delle protagoniste del format televisivo Drink Me Out (in onda su La7) nonché co-titolare - con lo chef Riccardo Bucci e Benedetto Guarino - del capitolino Co.So. Cocktail & Social. Dove la mission è la “contaminescion” fra bar e cucina. Proprio come accade nel “Corallo”: dry gin, panna, zucchero, lime, liquori al limone e al mandarino e albume. Al top: una cialda crunchy di ricci di mare e gamberi di Mazara del Vallo. A foggia di un vero e proprio corallo, quasi una crasi dei mondi animale, vegetale e minerale.
Non da ultima ecco la dea “Cerere”, affabile e severa mater della terra. Incarnata nel cocktail di Solomiya Grytsyshyn, head bartender (di origini ucraine) al Chorus Café di Roma. Nella coppetta Nick & Nora (dai celebri protagonisti del film The Thin Man, diretto da Woodbridge Strong Van Dyke), sciroppi di sambuco e di rosa, vodka, succo di limone, Femmes e splash di albume. A guarnizione: stencil di mandarino alla curcuma. Un drink giallo dorato. Come il grano. Come il sole mediterraneo.
Foto di Melania Siracusano