Perché la montagna deve andare da Maometto, se Maometto viene già alla montagna (pardon, alla collina)? Il ragionamento non fa una grinza. Soprattutto se applicato a Barolo, alle Langhe e al Piemonte. Della serie: perché spingersi Oltralpe per far conoscere le eccellenze regionali, se gli stranieri già approdano nella città della Mole e sulle dolci colline langarole? “Spendiamo grandi risorse economiche per promuovere all’estero, molto lontano da casa, i grandi vini, le località turistiche e i grandi prodotti agricoli del Piemonte. E sarebbe davvero sciocco dimenticarci dei milioni di turisti, dagli Usa, dal nord Europa, dall’Asia che ogni anno arrivano in Piemonte, in luoghi come il cortile del Castello di Barolo, o che transitano nell’aeroporto di Torino-Caselle”, spiega Filippo Taricco, direttore artistico di Collisioni, il festival agrirock di scena dal 14 al 18 luglio in quel di Barolo. Da qui, la necessità di intercettare in maniera geniale il viaggiatore. Per coinvolgerlo e farlo innamorare di una terra che ha molto da raccontare. Come? Con un progetto permanente e assolutamente performante, che ha visto coinvolto in prima linea il team di Collisioni, in tandem con l’Assessorato al Turismo della Regione Piemonte e con il Comune di Barolo. Risultato? La nascita di tre spazi ad alto tasso di divulgazione. Per raccontare e comunicare il bello e il buono del Cuneese e di una regione generosa. Anche grazie al supporto multimediale di videowall, touch screen e schermi led. Per uno storytelling 3.0.
Ecco dunque il duplice quartier generale di Barolo: l’Agrilab e l’Agrishop, nel cortile interno del castello. Il primo: un percorso “museale” multisensoriale. Il secondo: una location dedicata all’esposizione e alla presentazione di paesaggi e prodotti ad elevato contenuto agricolo e culturale. Due avamposti complementari e sinergici, finalizzati a un contemporary entertainment.
Voilà l’Agrilab. Un iter multidisciplinare creato ad hoc dallo scenografo-regista-costumista-videomaker Lucio Diana, con la complicità del design griffato Lago. Un palcoscenico in grado di connettere, intersecare e linkare fra loro i differenti attori protagonisti del terroir, quali il vino, le vigne, i vignaioli, nonché il visitatore-spettatore. Immerso in una drammaturgia sensoriale esperienziale. Che prosegue nella zona di co-working & relax, a diretto contatto con chi i contenuti multimediali li pensa e li fa. Per la massima interazione. Uno spazio rivoluzionario, a cui si aggiunge l’Agrishop, ritmato da un ristorante super attrezzato (anche di chef: Francesco De Marco), da un’area di showroom, nonché da un’educational zone animata da tasting e racconti… di regge reali e di formaggi, di nocciole e monumenti, di vermouth e di valli.
Ma non finisce qua. E l’Agrishop atterra (e decolla) anche nell’Area Partenze - Sala Imbarchi del Torino Airport. Una sorta di costola “volante” dell’headquarter di Barolo. Una porta pronta ad accogliere chi viene da lontano e a lasciare un buon ricordo a chi sta per tornare a casa. Con un pezzetto di Piemonte in testa e in valigia.