Vintage o alla moda. Rétro o modernissime. Seriose o giocose. Semplici o sofisticate. Reali o immaginifiche. Le copertine sono l’abito di un libro. Sono la finestra da spalancare su un nuovo mondo. Sono la facciata esterna di un edificio fatto di parole. Sono la messa a nudo dell’intima anima di un volume. Quella che vi proponiamo è bella, bellissima. E colti, coltissimi sono i suoi contenuti.
Una giovin donzella, con veste e copricapo a caramella, sparge stelle e altre caramelle come fossero glitter. Proviene dall’archivio storico della dolciaria maison nata nel 1858 la splendida stampa che fa da cover a un libro prezioso: Baratti & Milano - Una grande storia del gusto a Torino, edito da Rizzoli e curato (nei minimi dettagli) da Manuela Viglione (dea ex machina di Cascina Langa, a Trezzo Tinella, e della Drogheria di Alba), con la prefazione di Paola Gribaudo, presidente dell’Accademia Albertina di Belle Arti. Proprio quell’accademia dove - dal 1920 al 1949 - insegnò decorazione Giacomo Casanova, che disegnò il prospetto della facciata e degli interni del Caffè Baratti & Milano. Aperto nel 1875 dai due confettieri e liquoristi Ferdinando Baratti ed Edoardo Milano. Con regale affaccio su piazza Castello e la Galleria dell’Industria Subalpina. Un salotto letterario. Denso di specchi, stucchi e velluti. Come questo libro. Che tanto somiglia a un salotto. Fatto per sedersi comodi e incontrare i Maya, gli Aztechi, Arturo Toscanini, Pietro Mascagni, Eleonora Duse, Claude Debussy, Richard Strauss e Friedrich Nietzsche. Che dice: “Torino è una città che non si abbandona”.
Un libro colmo d’incanto. O meglio, un condensato di Belle Époque e di grande bellezza contemporanea. Duecentoquaranta pagine in cui si accendono i riflettori sulla città della Mole, inanellando storia, musica, arte, paesaggi, viaggi. Aneddoti e curiosità. Intrighi e avventure. Cioccolatini e liquori. Tra fotografie d’antan e scatti attuali, firmati Carlo Carossio. Carta sostenibile e grafica rétro, studiata dal giovane Fabrizio Busso. Una scatola di latta da aprire per scoprire vecchie ricette, ripescate dal buio della memoria e riproposte (anche per esser rifatte a casa) grazie alla pazienza e alla resilienza di tre personaggi che hanno collaborato al progetto: il maître chocolatier Renzo Papa e gli chef Fabio Poppa e Davide Sproviero, alle redini delle Scuderie del Castello di Govone. Con il supporto di Chiara Quaglia e Piero Gabrieli di Petra - Molino Quaglia, pronti a sostenere lo studio sapiente delle preparazioni ottocentesche.
Ecco allora anicini, amaretti, paste di meliga, frollini alle nocciole, savoiardi, pain au chocolat, madeleine, meringhe, marron glacé, bignè, baci di dama, zabaione, gianduiotti, cuneesi al rum, boeri, bicerin e cremini. Sì, cremini. Inventati in quel rivoluzionario 1911 proprio da Edoardo e Ferdinando. Unendo a due strati di gianduia un cuore centrale al caffè. Prolegomeni ad ogni futuro cremino multistrato e multigusto.
Annata fertile quel 1911, che elesse Torino a scenario per l’Esposizione Universale. A sua volta teatro per il debutto ufficiale della nuova macchina per la produzione della caramella cult di Baratti & Milano. A pasta dura, brevettata nel 1906 e realizzata in ventun varianti. Fra le quali spicca quella al profumo inebriante di mela renetta.
Ma il libro è pure ebbro di vermouth. Perché il vermouth è sinonimo di Torino. E perché l’ora del vermouth era ed è tuttora un momento social. Cocktail inclusi. Voilà allora “Il Vermuttino”, summa di Riserva Carlo Alberto rosso, seltz o soda e fettina di limone. E ancora “La signora del conte”, con Caorunn gin, bitter Rouge white e Riserva Carlo Alberto extra dry; e il “Cioccolato portami via”, compendio di tequila blanco Corralejo, Riserva Carlo Alberto red, crema liquida, aztec chocolate bitter by Fee Brothers, sciroppo di cannella e polvere di cioccolato. Realizzati dal barman Walter Grosso, in collaborazione con Compagnia dei Caraibi, e proposti al pubblico nella serata di debutto ufficiale del libro. Fra le pareti dello storico caffè, nell’urbe baciata dal Po. Complici lollipop, vol-au-vent, macaron, mignardise, croissant salati e gianduiotti di gallina, firmati dal duo Poppa-Sproviero. Complice la presenza di Guido Repetto, amministratore delegato di Baratti & Milano. E complici le vivaci performance del Collettivo Scirò e della filarmonica del Teatro Regio di Torino. Con il sovrintendente Sebastian F. Schwarz a introdurre l’Intermezzo dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni. Sì, Torino è una città che non si abbandona. E che neppure si dimentica.
Il libro è in vendita in libreria a 39 euro.
Foto in gallery di Carlo Carossio