Somiglia un po’ al verde rifugio di Mary, Dickon e Colin. Protagonisti del romanzo The Secret Garden, scritto dall’anglo-americana Frances Hodgson Burnett. Datato 1911, eppur attualissimo. Un giardino che non è solo incanto, sogno e natura, bensì una metafora della crescita, del cambiamento, della trasformazione, del cammino verso la maturità e la presa di coscienza del sé.
Questo è Il Giardino Segreto del ristorante Cantine del Gavi, nel cuore alessandrino di Gavi: un locus amoenus dove rifugiarsi e dove ritrovarsi. Ma anche un luogo della memoria e del presente, dell’infanzia e dell’età adulta. Uno spazio onirico e materico, nutrito di verde e di luci, di antichi tavoli e di letti che sublimano in sofà, di tessuti ruvidi e di un’altalena che sfiora l’aria setosa dell’estate.
«Il giardino è stata una scommessa. Volevamo creare un luogo nostro, che ci rappresentasse e che ci offrisse la possibilità di ricevere i nostri ospiti in un clima informale e di festa. Il ristorante è l’eredità di nostro padre e rimane tale. Il giardino è dove ci possiamo esprimere, trovare noi stesse e sentirci libere di poter raccontare qualcosa di più di noi due», spiega Roberta Rocchi, che con la sorella Elisa ha preso da qualche tempo in mano l’attività avviata più di quarant’anni fa dal padre Alberto. Che è pure il papà del risotto al Gavi. Il vino, figlio del vitigno autoctono cortese, celebre in tutto il mondo.
Vecchie e nuove generazioni. Che si danno la mano, si parlano, si confrontano. La tradizione e la sua evoluzione. Il dentro profondo e il fuori fecondo di un nuovo immaginario. Il legame con la terra di Alberto e il coraggio di Elisa e Roberta di imboccare novelle strade. Facendo tesoro degli insegnamenti del padre. Tutto scorre. Con un filo logico. Dal genitore alle sue figlie. Dal vitello tonnato al fragrante carpaccio d’anatra con biete e mandorle fritte; dai ravioli al “tocco” fino ai cappelletti di ricotta di pecora ed erbe spontanee, fondo di fagiano e midollo. Tutto ha un senso.
Così come ha un senso l’interno, ospitato fra le possenti mura di un palazzo settecentesco, presumibilmente appartenuto a un ricco mercante genovese. Con la maestosa cantina a occupare tutta la superficie dell’insegna. E con la neviera a custodire oltre quattromila bottiglie preziose. Dai grandi nettari piemontesi agli importanti cru francesi, passando per verticali e Champagne. Mentre l’esterno si spalanca sul fiabesco garden. Scenario di una serata tutta a lui dedicata: il prossimo 30 agosto, a partire dalle ore 20. Quasi a suggellare il nuovo corso del ristorante. Rendendo onore a quel che è stato e a quel che sarà.
Una soirée speciale, nata da un’idea di Laura Gobbi, project manager dell’evento. «La prima volta che si sono aperte le porte del giardino della famiglia Rocchi mi sembrava di vedere correre sul prato Mary, la protagonista del libro Il Giardino Segreto». Un’iniziativa che non si limita ad essere un opening, proponendosi come progetto in itinere. Volto a divenire un appuntamento fisso dell’estate. Con una mission: parlare con il territorio, con i commensali più fedeli e con quelli ancora da conoscere, con i produttori e i contadini. Che da sempre garantiscono materie prime di eccellenza. «I rapporti che durano da anni, sia con i nostri clienti che con i nostri fornitori, credo siano la nostra forza. La sicurezza di potersi fidare di chi produce e che ci permette di poter servire materie prime di qualità, viene ricambiata da un dialogo consolidato con i nostri clienti, che ormai sono parte integrante della famiglia. Siamo il ristorante “di famiglia”». precisa Elisa.
E il menu della serata è un elogio al savoir-faire artigianale. Voilà il leggendario risotto al Gavi, complici il riso della vercellese Tenuta Castello e il parmigiano reggiano stagionato 50 mesi; la battuta di fassona della macelleria di Davide Ballestrero (a Valle San Bartolomeo, frazione di Alessandria), corredata della giardiniera preparata con le verdure dell’orto di casa Rocchi; la panzanella con pomodoro, fagiolane della Val Borbera (fagioli rampicanti, tutelati come Presidio Slow Food), cipolla rossa e basilico; e il panino rustico-gourmet farcito con maiale (by Longino & Cardenal) a lunga cottura, chutney di prugne, stracciatella e senape. Per concludere con la coppetta di pesche al forno, zabaione al Gavi e gelato alla vaniglia messo a punto da Elisa.
E nel calice? I vini selezionati (ormai da una ventina d’anni) con cura appassionata dal sommelier Luca Maria Ivaldi. In un ideale itinerario che da Gavi passa per le Langhe, proseguendo Oltralpe. Ecco allora “La Meirana”, Gavi docg del comune di Gavi, griffato da una storica maison quale la Cantina Broglia, che vanta i vigneti più antichi della zona, datati 972 d. C. Un’etichetta nobile, dai sentori freschi e fruttati e dalle caratteristiche nuance ammandorlate. Meirana: come il nome dalla tenuta di famiglia e come quello della lussuosa cascina che offre ospitalità in due case di campagna.
E ancora l’aristocratico Barolo dell’azienda agricola Fratelli Barale, nonché una collection di Champagne a firma di Alberto Massucco.
Per par condicio: l’eleganza dell’acqua (cuneese) Lurisia in Stille e Bolle, e l’esuberanza dei cocktail targati dal bartender Mirko Turconi. Pronto a inanellare i gioielli di Fine Spirits. In (sotto)fondo? Il coffee de La Fabbrica del Caffè di Novi Ligure, nonché la musica graffiante di un vinyl collector quale Luca Bernascone. Intanto, non resta che ascoltare il singolo Secret Garden di Bruce Springsteen.
L’ingresso alla serata è libero. E i partecipanti hanno l’opportunità di acquistare a 20 euro un voucher, per gustare quattro delle portate in menu o dei vini proposti. In caso di maltempo l’evento è posticipato a venerdì 6 settembre.